Il pesce puzza dalla testa e del resto il primo bi -presidente della storia repubblicana è stato eletto proprio perché espressione dello spirito consociativo tra la politica residuale della società italiana, la mancanza di etica della destra e la perdita di ideali e di progetto della sinistra. Il suo merito è stato quello di rendere compatibili e organiche queste due mancanze, di farle convergere nella figura di Berlusconi come idolo o come avversario. E adesso dall’alto dei cieli di Roma è diventato il vero nodo gordiano della Repubblica, il vero punto di intreccio non solo della salvazione di Silvio, ma anche nel progetto di sfascio della Costituzione e nella preservazione di ogni anomalia italiana. La nomina del ragazzo di bottega Giuliano Amato alla Corte Costituzionale, è l’ultima gioiosa novità che viene dal Quirinale, un’altro piccolo golpettino di cuore.
Così si andrà avanti a lungo nella danza rituale della espulsione di Berlusconi, mentre ai bimbi d’Italia Saccomanni e Letta raccontano la favola della ripresa o dei costi dell’instabilità, quando è ovvio che il governo dei rimandi è la iattura più grande che ci si potesse aspettare, che il Pd ha tutto l’interesse a tenere le cose nel vago e Berlusconi non ha l’intenzione di fare adesso una crisi che lo affonderebbe. Che tutto finirà in un’appiccicosa melassa a meno che non ci sia un’insubordinazione aperta al Colle. La stabilità del nulla diventa allora il nuovo feticcio, la nuova commedia e scopriamo che Letta si auto valuta un miliardo quando non lo si vorrebbe nemmeno regalato.
Chissà allora quanto vale Napolitano. Tanto oro quanto pesa. Bè magari non proprio oro.