Magazine Attualità

L'uomo della speranza

Creato il 07 novembre 2012 da Bagaidecomm @BagaideComm
L'UOMO DELLA SPERANZALo hanno sfidato. Lo hanno attaccato. Lo hanno insultato. Ma Lui ha vinto. Non li ha battuti, ha vinto. Questa è la chiave necessaria per analizzare i risultati elettorali Statunitensi. Da una parte abbiamo assistito alla campagna Repubblicana guidata da Mitt Romney e Paul Ryan: zero proposte, un sacco di parole al vento che non avevano ne capo ne coda ed una serie di sciocchezze sul conto del Presidente. Dall’altra abbiamo potuto ammirare il grande lavoro di Barack Obama: non esistono ne Repubblicani ne Democratici, esistono solo gli Americani. E’ vero, il voto popolare è spaccato tra i due candidati e solo un sistema elettorale datato ha permesso al Presidente uscente di ottenere una vittoria che appare netta. Ma è anche vero che se almeno il 50% degli abitanti della Terra Promessa crede ancora in questo grande uomo, forse il Mondo può guardare al futuro con ottimismo. Durante questi quattro anni Barack Obama si è dato molto da fare: ha commesso qualche errore (è umano anche lui) ma ha anche ottenuto risultati straordinari.Il più sensazionale è sicuramente l’approvazione della riforma del sistema sanitario e assistenziale. Sistema che, fino al 2009, era alquanto imbarazzante e che oggi è stato esteso a tutta quella fascia di popolazione che probabilmente è talmente povera anche per ammalarsi. Da notare che Obama non si è battuto come un leone per la sua approvazione in quanto ci fossero particolari ragioni economiche o politiche: lo ha fatto perché era giusto farlo. Ma tornando a questa campagna elettorale, che è stata molto più dura e difficoltosa di quella del 2008 (e non per meriti dello sfidante), Obama ha lanciato un messaggio importantissimo: per fare la storia è necessario il lavoro di tutti. Anche il più grande ed intelligente tra gli uomini che vivono su questo pianeta non può andare molto lontano se non è supportato da una base solida che si fida ed è disposta a seguirlo. Il fatto che durante tutti i suoi comizi abbia sempre usato il termine “noi” e mai il termine “io”, dimostra chiaramente che il lavoro dei singoli deve essere finalizzato al gioco di squadra. Ma l’altra grandissima qualità di Barack Obama è la semplicità. Il giorno dopo aver ricevuto il premio Nobel per la Pace, disse: “Non è proprio il modo in cui pensavo di svegliarmi oggi. Dopo aver avuto la notizia, Malia è entrata e ha detto: papà, hai vinto il Nobel per la Pace ed è il compleanno di Bo (il cane). E poi Sasha ha aggiunto: e sta arrivando un week-end lungo. È bene avere bambini che mantengano le cose entro una prospettiva.” Per quel che riguarda il futuro, al di là di quello che verrà fatto nelle sedi opportune, ritengo sia doveroso concentrarsi su una nota che i più superficiali definirebbero di folklore. Il discorso di questa notte a Chicago si è concluso sulle note di due canzoni di Bruce Springsteen (“Io sarò anche il Presidente, ma lui è e resta il Boss”): “We Take care of our own” e “The Rising”. Questo è ciò che gli Americani, ma più in generale tutti noi, devono fare: prendersi cura di se stessi e puntare alla risalita. Sono tempi difficili, nei quali serve un leader forte e sicuro capace di guidarci fuori da questo pantano: se c’è qualcuno in grado di farlo, quel qualcuno risponde sicuramente al nome di Barack Hussein Obama. God Bless You! God Bless the United States of America! 
 Carlo Battistessa

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :