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“L’uomo è un animale simbolico”

Creato il 19 settembre 2012 da Fabio1983
“Il messaggio che dobbiamo lanciare al mondo musulmano è che ci aspettiamo che lavorino con noi per assicurare la sicurezza al nostro personale. Ci aspettiamo piena collaborazione perché è questo l’unico modo in cui funzionano questo tipo di cose in tutto il mondo”. Barack Obama parla con David Letterman, sulla Cbs. E si rivolge al mondo islamico dopo le proteste delle folle dinanzi alle ambasciate per colpa di un film – la cui origine resta un punto interrogativo – ritenuto blasfemo e irrispettoso dei precetti religiosi. Ma soprattutto dopo che al Qaeda, approfittando del momento, ha esortato i musulmani ad uccidere gli ambasciatori americani. La primavera araba ha consegnato degli Stati sulla via della democrazia, ma non ancora pacificati. In Egitto si è insediato un governo filo-islamico, con il sostegno importante dei Fratelli musulmani, sul quale la Casa Bianca qualche dubbio pare nutrirlo. Eppure dovrebbero essere questi i momenti in cui vale la pena intensificare il dialogo. Se non altro per tentare di evitare il ripetersi di scene che hanno segnato negativamente il recente passato. La realtà dei fatti dice altro, però. Iran e Siria – dove non si è ancora compiuto un rovesciamento – sono “sorvegliati speciali”, anche se per motivi diversi. In Afghanistan regna la confusione e c’è sempre il timore, vero o mediatizzato, di un conflitto tra Israele e Teheran. “L’uomo è un animale simbolico e i conflitti mediatici su questioni anche ‘immateriali’ – spiega a T-Mag Paolo Luigi Branca, professore già ricercatore in Islamistica del dipartimento di Scienze religiose alla Cattolica di Milano – sono sempre pericolosi perché hanno a che fare con l’inconscio, l’emotività, le viscere. Ma è chiaro che all’indomani delle rivolte, Paesi come l’Egitto, più di 80 milioni di abitanti, non potranno risollevarsi senza l’aiuto della comunità internazionale. Conviene a tutti voltare pagina, ma sicuramente qualcuno non smetterà di pescare nel torbido”. Taglia corto il professore nella sua analisi: “Se gli islamisti hanno assunto responsabilità di governo, dovranno dimostrare di saperle gestire. Si apre una fase interessante, ma con molte incognite. Finché si trattava di opporsi ai regimi erano un fronte unito, ora saltano fuori divisioni e concorrenza tra varie sigle”.
(continua su T-Mag)

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