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L’uomo migliore

Da Marcofre

L’uomo diventerà migliore quando gli avremo mostrato com’è.

 

Questo è il pensiero di Anton Cechov. Sembra una ovvietà, eppure la mia idea è che buona parte della narrativa che va per la maggiore, sia disposta a tutto pur di continuare a evitare di mostrare come stanno le cose. Com’è l’uomo? La risposta preferisco non fornirla perché non la conosco, ma il punto di vista di Cechov ricorda dove batte il cuore.

Mostrare com’è, significa affinare i sensi per uno scopo preciso. Non intrattenere, ma raccontare una storia capace di mettere il lettore in una situazione complicata. E scegliere cosa fare: chiudere il libro, o andare avanti e scoprire come stanno davvero le cose.

Diventa essenziale la cura quasi maniacale per la parola. Ci sarà sempre qualcuno che troverà un buon motivo per chiudere il libro. E non si può piacere a tutti, anzi. Ma fornirgli una buona ragione per farlo, e che questa sia la banalità della lingua, o i dialoghi noiosi, significa tradire la narrativa.

Che è comunicare, raccontare storie al meglio.

Dopo, viene il lavoro più duro. Mostrare come stanno le cose vuol dire usare le giuste parole, e usarle per mostrare appunto, non per ammazzare il tempo.

Melville affermava che per scrivere un romanzo potente ci vuole un tema potente. Quanta acqua è passata sotto i ponti da allora, perché adesso viviamo in un mondo che ha fame di belle storie, non di potenza.

Oppure di storie utili, ma ha una repulsione quasi istintiva per quanti invece mostrano attraverso una storia che cosa abbiamo combinato. Perché illustrano quello che c’è davvero sotto la patina del buonsenso.

L’affermazione di Cechov è interessante perché va nella direzione di Carver per esempio, quando diceva che lo scrittore deve essere bravo, non utile. Eppure, è nella bravura che un autore dimostra in realtà tutta la sua forza eversiva, perché mette sotto accusa quanto consideriamo vero e giusto.

La celebrazione delle erbacce, dei falliti oppure delle persone “insignificanti”, svela il cuore nero di una società, incapace di appassionarsi a chi finisce sotto la ruota. Applausi e sorrisi sono sempre per i primi della classe. Solo chi finisce appunto sotto la ruota comprende la verità.


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