Il comandante urla contro il soldato, la maestra urla contro lo scolaro, il capoufficio urla contro il sottoposto, il papà urla contro il figlio.
L’urlo, quello cattivo, rafforza la gerarchia, ripristina le forze in campo e distingue il forte dal debole.
Almeno – all’apparenza – così appare.
Ma siamo proprio sicuri? Il più forte è colui che necessita di alzare la voce per far valere le proprie ragioni?
E quale effetto ottiene il genitore che convince il figlio con la prepotenza? Forse il suo rispetto? E la maestra guadagna la stima dei suoi studenti oppure una rabbiosa reazione?
Sono convinto: chi urla perde sempre.
MMo