Mi scopro molto spesso a interrogarmi sulla bellezza di Madrid, soprattutto dopo aver passato qualche giorno in Italia. Sarà perche per me Madrid è il tutto, e la mai visione non si limita a Plaza Mayor e alle strade del centro ma abbraccia anche la tremenda periferia che, ahimè, è comunque parte dell’urbe.
Sarà perché la madrepatria è sempre la madrepatria, e mi scopro a elogiare città discutibili (come Milano) solo perché sono eleganti e antiche… e insomma cerco l’antico in Madrid, impresa impossibile perché si tratta di una città moderna.
E allora passo al piano B: accettare il moderno e cercare di capire se mi piace o no, profondamente.
Un luogo che esprime perfettamente questo dubbio è la Catedral de la Almudena, a due passi da casa mia.
Ci passo sempre, e quando non voglio passarci comunque vedo la sua cupola che mi saluta. La sua prima pietra fu collocata nel 1883 sebbene fu completata solo un secolo dopo, nel 1993. Il progetto iniziale di Marqués de Cubas prevedeva una cattedrale in stile neogotico, progetto che poi fu cambiato verso un orientamente neoclassico per creare una omogeneità con il suo illustre vicino, il Palazzo Reale. Il nome si deve all’immagine della Vergine (che successivamente si chiamò Santa Maria la Real de la Almudena) che secondo la legenda fu portata in Spagna dall’Apostolo Santiago, quando questi venne a predicare il Vangelo. E, sempre secondo la legenda, l’immagine fu dipinta da San Luca in persona. Secondo la tradizione durante l’invasione saracena (711-714) i cristiani della città per evitare la profanazione dell’immagine la nascosero tra le mura di cinta. Nel 1083 durante una processione alcune pietre della muraglia caddero, lasciando intravedere l’immagine della vergine, e quindi si decise di edificare una chiesa in suo nome. Sotto un profilo architettonica la sua bellezza è discutibile, ma se si osserva al tramonto, contro il cielo blu elettrico, sarà difficile non restarne affascinati
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