di Sabika Shah Povia
Hudea è una bambina siriana di quattro anni. Ha percorso circa 150 chilometri dalla sua casa di Hama, in Siria, per poter raggiungere il campo profughi di Atmeh, nel nord del Paese, insieme agli unici superstiti della sua famiglia: la madre e due fratelli.
Osman Sağırlı è un fotogiornalista turco che crede che per documentare al meglio la sofferenza degli sfollati, specie in zone di guerra come la Siria, sia necessario catturare gli sguardi dei bambini all'interno dei campi.
“Sono i bambini a riflettere i loro sentimenti con innocenza”, ha detto in un'intervista alla Bbc.
Hudea conosce bene gli orrori della guerra. Il suo sguardo si incrocia con quello del fotografo turco che le punta contro la macchina fotografica per immortalarla in uno scatto che non ha bisogno di parole per descriverne il disagio.
Hudea è terrorizzata. Alza le mani in segno di resa, si morde le labbra e spalanca gli occhi.
“Stavo usando un teleobiettivo,” racconta il fotografo turco. “Ma lei pensava fosse un'arma”.
L'immagine è stata pubblicata lo scorso gennaio sul giornale turco Türkiye, per cui Osman copre guerre e catastrofi da 25 anni, ma è diventata virale soltanto martedì scorso quando la fotogiornalista di Gaza Nadia Abu Shaban l'ha condivisa su twitter, ottenendo quasi 20mila retweet.
Quest'immagine riassume visivamente le conseguenze della guerra civile in Siria sui bambini. Secondo l'Unicef, sarebbero 5.6 milioni i bambini siriani che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria.
Fonte: The Post Internazionale