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La bambola Mirabella

Da Monnalisa @monnalisaesse
La bambola Mirabella

Storia di una bambola che nasce nell’orto dopo

 che una bimba aveva piantato un seme ricevuto  per una buona azione. Questo seme aveva il potere di far succedere la cosa che il suo
 possessore  desidera. Lei desiderava tanto
una bambola ma non aveva i soldi per  acquistarla 
Il racconto è dalla parte della bambina che rivela come la sua bambola abbia da subito  parlato e camminato con lei, mentre quando  arrivava qualcuno lei si rimetteva a fare la  bambola.
La bambola aveva indosso un incantevole vestito rosso, della stessa stoffa del cappello. Aveva ai piedi calze bianche finissime e scarpette di pelle altrettanto bianche. Mi sedetti sull'erba per poter vedere meglio quanto fosse carina.

Aprì gli occhi e mi guardò. I suoi occhi erano azzurri, esattamente come vevo immaginato. Non avevo mai visto una bambola così bella e non potei trattenermi dall'accarezzarla.Poi la portai in camera mia e la adagiai nel coperchio della macchina da cucire della mamma, perché non avevo un lettino per le bambole.Giocai tutto il giorno con lei ed ero così felice che quasi non riuscii a mangiare.  La chiamai Margherita. Quando fu la sera la rimisi con cura nel coperchio della macchina per cucire e le dissi:«Buona notte, Margherita!»Ma la bambola aprì la bocca e mi rispose:«Non mi chiamo Margherita. Che cosa ti viene in mente? Mi chiamo Mirabella».Pensate un po', quella bambola parlava! Non la smetteva di chiaccherare e io ero così sbalordita da non riuscire a risponderle. Diceva di volere un letto regolare e una camicia da notte. Mi disse anche che le ero molto simpatica e che mi avrebbe tenuta volentieri come mamma.Avevo bisogno di riflettere. Mi infilai perciò a letto e restai zitta. Anche Mirabella adesso stava zitta.  Ma improvvisamente vidi perché stava così zitta. Stava tentando di arrampicarsi sul cassettone. E ce la fece. Quando fu in cima spiccò un salto nel suo letto, cioè nel coperchio della macchina per cucire. Ripeté più volte questo gioco ridendo entusiasta. Dopo un po' venne verso il mio letto e, piegando la testolina mi disse: «Posso venire lì da te? Adesso sei la mia mamma». La presi a letto con me dove si mise a chiaccherare. Era divertente starla ad ascoltare. Sbadigliò un paio di volte, - oh, com'era carina! - si raggomitolò fra le mie braccia e si addormentò. Non ebbi il coraggio di smuoverla e di riportarla nel suo letto. Rimase con me tutta la notte. Al mattino quando mi svegliai Mirabella si era arrampicata sul tavolino accanto al mio letto. Mamma entrò per svegliarmi e Mirabella se ne rimase immbobile e silenziosa come una qualsiasi bambola. Papà ha fatto per lei un lettino di legno. Così adesso non c'è più bisogno che dorma nel coperchio della macchina per cucire. Volete una volta venir a vedere la mia bambola, la bella e graziosa Mirabella? Ve la voglio mostrare. Seguite sempre la stretta stradina che porta a casa nostra. Mirabella e io saremo allo steccato, ve lo prometto.

Astrid Lindgren (Rid. e ad. da: Bambole, Mondadori, Milano)


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