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La banca dei sogni

Da Fiaba


Lunedì 16 Luglio 2012 11:27 Scritto da FrancyCarpe

banca-sogni
In questa fiaba intendo spiegare che quando qualcuno si sveglia e non si ricorda un sogno, non è che non se lo ricorda ma è perché ha finito completamente i sogni. Vi racconto una fiaba a questo proposito.

C’era una volta una bambina molto piccola,di 4 anni, che andava al secondo anno di Scuola Materna, si chiamava Beatrice.

Aveva una famiglia di tre persone: mamma, papà e sorella di 11 anni che andava in prima media, si chiamava Francesca.

Beatrice era molto solare, allegra e spensierata, ma ultimamente i suoi pensieri erano oscurati da un incubo: aver finito i sogni.

Infatti era così ogni notte; Beatrice piangeva, urlava, dicendo che aveva finito i sogni. Ogni notte questo si ripeteva e non c’era modo di calmarla!

Francesca allora corse in suo aiuto e le suggerì di andare alla Banca dei Sogni.

Beatrice disse che era un’idea grandiosa….ma come arrivarci?

Francesca borbottò: -devi sdraiarti nel tuo lettino,pensare alla frase “banca dei sogni” e cercare di immaginarla-; Beatrice si sdraiò, fece quello che Francesca le aveva detto e in un minuto il suo pensiero, come per magia, entrò nella banca più speciale del mondo: La Banca dei Sogni.

Si trovò in un luogo chiuso, tutto enormemente grande e pieno di gnomi indaffarati. Sembrava di essere in un Hotel a cinque stelle. Andò al bancone e disse:- Rivoglio indietro i miei sogni-.

Lo chiese forse troppo sgarbatemente e lo gnomo Giusto disse che per avere i suoi sogni doveva prima fare un’opera buona. Allora Beatrice tornò a casa, aprì il suo salvadanaio e diede tutto in beneficenza.

Tornò alla Banca dei Sogni, ma ciò non era abbastanza. Allora chiese cosa dovesse fare e si sentì annunciare: -Devi fare una scoperta scientifica! - Era lo gnomo Scienziato.

Beatrice tornò in camera sua piangendo perché sapeva che non sarebbe mai riuscita a fare una scoperta di questo genenere. Cosa fare? In quel mentre entrò in camera sua sorella gridando:

- Bea, a scuola stamattina ho preso dieci in scienze! -

Subito Beatrice si precipitò da lei e l’abbracciò. Grazie al cielo lei era disposta ad aiutarla.

Insieme inventarono e costruirono un macchinario in grado di incartare e infiocchettare ogni tipo di regalo. Un regalo azzeccatissimo per quegli gnomi che nel periodo di novembre e dicembre aiutano Babbo Natale con i regali.

Beatrice portò il marchingegno alla banca del sogni, ma nemmeno questo fu abbastanza perché lo gnomo Burlone le disse: - Brava bambina, ha, ha,ha! Hai superato le prime due prove, ho, ho,ho! Ma la terza, he,he,he, non riuscirai a superarla,hi, hi, hi!

Dovrai cucinare una torta alta 7 metri con sopra 500 ciliegine!.

- Nooo!- urlò disperata Beatrice: - Ora non potrò nemmeno farmi aiutare da Francesca! – commentò.

Ma proprio mentre era immersa nei suoi pensieri, disperata, sentì un suono, proprio come quello che udiva quando andava a disturbare sua sorella mentre faceva i compiti e lei le chiedeva di stare zitta, ma non lo chiedeva a parole ma con uno strano rumore, fastidioso, che le penetrava i timpani.

Sembra una specie di vento estivo, quando fa un po’ frescolino!

Ma dopo quel flash-back si chiese: da dove proveniva quel suono?Guardò in alto e non vide niente, guardò a destra e a sinistra e non c’era niente. Guardò sotto il tavolo e vide un piccolo gnomo completo di cappello da Chef. Era lo gnomo Cuoco che le disse: -Hi, hi, hi, vieni con me, ho tutto ciò che ti serve ed ho anche un grande talento nel cucinare. Beatrice lo seguì ed arrivò in una enorme cucina.

Insieme cucinarono e decorarono una torta alta 7 metri, con 500 ciliegine bordeaux sopra.

Finito di cucinarla la portarono nell’atrio.

Fu accolta da un applauso. Era meravigliosa, bellissima! Fu premiata con un abbonamento gratuito di sogni.

Ogni sera Beatrice, prima di addormentarsi, doveva bere molto lentamente da una bottiglietta contenente un liquido viola…..era un sogno, ogni notte diverso, pieno zeppo di fantasia, di dolcezza e d’armonia: come la bambina stessa!

Francesca Carpentieri
Classe 1^ media



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