La Banca di Legnano e la nostalgia mandrogna

Creato il 01 marzo 2012 da Lapulceonline

C’è ancora un po’ di perplessità tra i clienti della Cassa di Risparmio di Alessandria, fusa il 13 febbraio con la Banca di Legnano (sempre del Gruppo della Banca Popolare di Milano). Il “matrimonio” era già nell’aria proprio per creare un soggetto economico più forte, con una “dote” elevata; quando non c’erano ancora le pubblicazioni ufficiali e le due erano solo fidanzate in casa, serpeggiava già il terzo incomodo: la Cassa di Risparmio di Asti, pronta a corteggiare l’istituto di credito dei mandrogni.

Alla fine gli sposi hanno coronato il loro sogno (e quello della suocera BPM). Ma il bollino blu dietro la scritta “BL” sulle buste ufficiali e sugli schermi dei bancomat hanno fatto storcere un po’ il naso perché la CRA, quella che fino agli anni ’90 aveva come slogan “la numero uno qui da noi”, sta sparendo dalla città, dalla provincia natale. Il marchio resta di proprietà della Fondazione CrAl, per cairità, ma il solo fatto di non vederlo più campeggiare sopra le porte scorrevoli ha messo a  più di uno un po’ di sconforto. “La Cral è un’istituzione, come in paese il farmacista, il bar e il maresciallo”, commentano in piazzetta.

Anche il sito web è migrato a Legnano, insieme alla sede centrale, alla direzione e a gran parte del consiglio di amministrazione: solo l’ex presidente della Cassa di Risparmio, Carlo Frascarolo (nella foto),  - unico alessandrino – ha una sedia tra nove “lumbard”.

A parte il cambio di casacca, le cose per la banca – che negli ultimi tempi aveva subito la crisi – potrebbero solo cambiare in meglio, forte dei 1.350 milioni di capitale sociale e delle centinaia di sedi sparse in provincia. I conti correnti sono già saliti oltre la quota centomila e i dipendenti, oltre 570, restano tutti al loro posto.

Ma non leggere più CrAl sarà un po’ come perdere un pezzettino di alessandrinità.


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