Purtroppo ho un pessimo carattere: la disonestà intellettuale mi fa infuriare, la menzogna scoperta è come fumo negli occhi, il silenzio servile o ignorante dei commentatori che asseconda il gioco mi orripila. Ecco perché la sera cerco di dribblare i telegiornali di regime, cioè tutti, anche a costo di bazzicare televendite. Ma spesso anche il rapido passaggio da canale a canale espone il fegato al pericolo della cirrosi.
Ieri per esempio mi è bastato un attimo per passare dalla noia di un filmetto alla furibonda tentazione di colpire lo schermo quando ho sentito che testa di legno con quell’eloquio da soave paraculo, non ha resistito a ripetere la balla della sua grande “vittoria” sul Mes, aggiungendo però che l’Italia però non chiederà aiuti sugli spread a questa istituzione delirante il cui scopo ultimo è quello di addossare agli stati i debiti privati delle banche. In realtà questo era già assolutamente previsto anche prima, ma in ogni caso ci credo che non chiederemo aiuti: altrimenti non solo dovremmo piegarci a nuovi massacri sociali ordinati a la carte, ma i soldi che abbiamo garantito al fondo Mes per la nostra quota parte (17,9%) dovrebbero essere versati effettivamente nel giro di 7 giorni, come da statuto. Così per far fronte agli alti interessi derivanti dal debito pubblico ci dovremmo indebitare sempre di più e scassare il bilancio dello stato. Ma si è ritenuto di non farci conoscere questo piccolo particolare.
E tutti a bearsi dei sorrisi della Merkel, scambiati per benevolenza, mentre erano probabilmente di compiacimento per aver indicato proprio l’uomo giusto alla guida dello Stivale. Tromboni così non si trovano più nemmeno nelle bande di paese: basta mettergli lo sparito davanti e lui suona, assieme ai trombettieri e ai tamburini. Denn zur Stunde, Rosamunde…