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La Belle Vie e Wolfskinder

Creato il 29 agosto 2013 da Drkino

La Belle Vie nella selezione la Giornata degli Autori e Wolfskinder nella rassegna Orizzonti sono film evocativi e poetici ma anche soporiferi.

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Liberamente ispirato al Caso Fortin che sconvolse la Francia qualche anno fa, La   Belle Vie narra le vicende di un padre di famiglia e dei suoi due figli che sono costretti a nascondersi tra i monti per fuggire alla polizia dopo un burrascoso divorzio che aveva visto la moglie denunciare il marito per rapimento dei loro figli. Con l'arrivo dell'adolescenza i due ragazzi si trovano a combattere tra la voglia di libertà e il dover stare nascosti, scatenando inevitabilmente una serie di eventi che porteranno alla loro scoperta e quindi alla loro fuga. Uno dei due figli riesce a scappare ma non seguirà il padre, mentre l'altro gli rimarrà vicino nella loro fuga dalle autorità. Il regista Jean Denizot dichiara di essersi soltanto ispirato al famoso caso di cronaca come pretesto per narrare una vicenda dai tratti più vicina a una storia d'avventura che a un dramma familiare, che si concentra quindi sulla crescita dell'adolescente protagonista del film e sul rapporto dei protagonisti in fuga nel contesto della natura. Prima del film è opportuno documentarsi sul Caso Fortin: aiuterà sicuramente a capire meglio una storia altrimenti nebulosa (ad esempio non si capisce perché la madre abbia denunciato il padre) e che si sviluppa troppo lentamente per concentrarsi su quegli elementi cari al regista. Le bellissime immagini della campagna francese realizzate grazie alla bella fotografia Elin Kirschfink, occupano infatti gran parte del film, rallentando  eccessivamente lo sviluppo della trama. Bravissimi tutti gli attori del film e  sopratutto stupisce la perfomance del giovane sedicenne Zacharie Chasseriaud nel ruolo del protagonista. In conclusione il film risulta essere complessivamente poetico ed evocativo,  appassionando sopratutto quando si concentra sul ragazzo protagonista e sul suo rapporto col padre; può invece risultare noioso nelle purtroppo numerose parti “naturalistiche”.


 

Wolfskinder è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e ispirato a fatt

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i realmente esistiti, narra le vicende di due ragazzi che in seguito alla morte della madre sono costretti a fuggire in cerca di una nuova casa. Sulla strada incontreranno altri senza nessuno e insieme attraverseranno la Lettonia cercando di sopravvivere. Il regista Rick Ostermann attraverso testimonianze e ricerche, narra un aspetto della guerra poco rappresentato sullo schermo e grazie a dei bravi attori il film cattura lo spettatore nel giro di pochi minuti. Purtroppo però i minuti col tempo sembrano diventare ore, se non giorni, visto il lentissimo svilupparsi  della trama. Purtroppo non basta l'empatia che si crea con i ragazzi e le bellissime  e evocative immagini per salvare il film che alla fine stanca e annoia. Anche il bel  messaggio che un uomo, o un ragazzo, pur perdendo tutto rimane se stesso fin quando ricorda il suo nome e quindi la su storia, passa in secondo piano, lasciando lo spettatore alla fine del film infastidito e assonnato. In conclusione, un film riuscito solo nei propositi e meno nella realizzazione.

SONNOLENZA POETICA

 

Dr. O'Malley
 


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