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Ah, il vecchio patto con il diavolo, una firmetta e si ottiene tutto quel che si vuole. Certo c'è da pagare un piccolo prezzo, ma di quello si parlerà più avanti. Prima o poi, con un diavolo o con un altro, anche al buon indagatore dell'incubo doveva capitare d'averci a che fare; così come, in una maniera o nell'altra, ebbe a che farci il vecchio Larry Varedo nel lontano 1945. La guerra aveva cambiato molte cose e anche una rispettabile professione come quella del killer a pagamento aveva ormai perso lustro e significato, l'omicidio era divenuto un affare di massa in mano a qualsiasi tipo di cialtrone. Ma Larry Varedo era un uomo d'altri tempi, il tipo che potrebbe ricordare un Philip Marlowe dall'altra parte della barricata, un uomo cresciuto e vestito alla scuola dei duri, un esule dell'hard boiled per modi e parlata, un sopravvissuto vicino alla fine. Cosa resta da fare a un uomo ormai sorpassato dal tempo se non un patto col diavolo? Ma invece che un diavolo, a togliere le castagne dal fuoco al nostro Larry si presenta nulla più che un povero diavolo, un ometto portatore degli elementi mancanti al perfetto hard boiled: soldi, ingaggio e l'irresistibile femme fatale. Con questi presupposti potrà mai una storia avere un lieto fine?
E il nostro eroe dalla camicia rossa? Ce lo siamo dimenticati forse? No di certo, noi avidi lettori non l'abbiamo dimenticato, proprio come Varedo non ha dimenticato quello strano ometto e come non ha dimenticato la mozzafiato Mala. Trentadue anni dopo l'incontro tra il killer e il povero diavolo starà a Dylan Dog entrare in gioco per sbrogliare il bandolo di un'intricata matassa.
Ancora una volta Tiziano Sclavi riesce a imbastire una trama ricca di spunti, giocata su più piani temporali nella quale anche il suo protagonista principale si aggira spaesato. Oltre a regalarci un accenno ai primi passi della carriera dell'Ispettore Bloch, Sclavi ci offre un'interpretazioni affascinante quanto angosciante dell'inferno e del diavolo, o almeno di uno di essi. Angosciante perché... e se l'inferno non fosse poi così dissimile dalla routine più noiosa delle nostre vite? L'intesa tra lo scrittore e il lavoro del disegnatore Gustavo Trigo si concretizza in un risultato meglio riuscito rispetto a quello che la stessa coppia d'autori aveva ottenuto con il secondo numero della serie, Jack lo squartatore. Le sequenze più visionarie ben si amalgamano a quelle realistiche così come quelle ambientate nel passato a quelle moderne. Nel frattempo il culto dell'indagatore dell'incubo iniziava a crescere...
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