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La Bellezza, per restare vivi

Creato il 04 gennaio 2014 da Annaaprea55

“L’umanità può vivere senza la scienza, senza pane ma senza la Bellezza non potrebbe più vivere” diceva Dostoevskij  ”perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo”.

Possibile che non avremmo nulla da fare se non ci fosse la Bellezza? E che cos’è la Bellezza?
Se è simmetria e armonia delle parti, allora la Bellezza è arte, o meglio coincide concettualmente con l’idea di arte. E poiché la funzione della Bellezza, lo diceva Platone, consiste nel darci una scossa, farci uscire da noi stessi, strappare il fondo del nostro animo alla rassegnazione, allora la Bellezza è una specie di motore, uno stimolo che ri-sveglia e può forse spezzare i giochi della rassegnazione, aprirci a nuovi orizzonti.

A pensarci bene capita spesso – davanti a una scultura o a un dipinto o solo leggendo una poesia – di avvertire un desiderio profondo di amare, di conoscere, di andare oltre, oltre da sé. Talvolta questa sensazione la si avverte sotto forma (quasi impercettibile) di movimento. La Bellezza ci tocca intimamente, muove qualcosa e chissà…se non avessimo questa spinta, non faremmo niente. Intendeva dire questo Dostoevskij? Mi piace immaginare che intendeva questo. E forse intendeva anche dire che tra tutti i saperi elaborati dall’uomo soltanto l’arte può regalarci nuovi sentieri di energia.

La poesia, la musica, la letteratura, l’architettura comunicano Bellezza e possono riportare le azioni umane alla ragionevolezza, alla bontà, all’armonia. Bellezza e bontà coincidono. La parola “kalokagathía” in greco significa bellezza-bontà.  Ecco perché nella genesi “Dio vide che era cosa buona e bella”.

Bisognerebbe restare sempre a contatto con la Bellezza. Cos’altro  può ridarci entusiasmo e fiducia, liberarci da questo senso opprimente di oscurità che sentiamo tutti…se non la Bellezza, quel senso di trascendente che avvertiamo quando ascoltiamo la musica, quando cogliamo la perfezione di un dipinto, quando guardiamo i virtuosismi costruttivi di una cattedrale, quando ci affacciamo sull’abisso di una poesia? Tutto, in quei momenti, sembra allargare gli orizzonti della nostra coscienza e ci spinge a essere quello che siamo.
E allora forse la soluzione per restare vivi è questa: restare a contatto con la Bellezza. In fondo non abbiamo altro da fare al mondo.



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