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"Non rompermi gli asteroidi!"
“La Bestia nello Spazio” è una grandissima occasione persa. Poteva essere un capolavoro trash e invece si rivela un filmaccio quasi inguardabile.
Nel futuro la terra può essere salvata dal minerale Antalyum, presente solo sul pianeta Lorigon. Il militare Vassili Karis, ha il compito di andarlo a recuperare, ma prima rimorchia in un bar quella che sembrava una prostituta (Sirpa Lane), ma che poi si rivelerà essere il suo tenente di vascello. La suddetta ragazza durante la notte ha degli incubi in cui una specie di Satiro la insegue per un bosco per possederla brutalmente. Una volta precipitati sul pianeta, l'equipaggio scoprirà che Lorigon è comandato da un re umano e da un millenario computer chiamato Zocor, ma soprattutto che l'incubo di Sirpa Lane si trasformerà in realtà.
Il film inizia benissimo: il mitico Vassili Karis (già in “Bloody Psycho”) si reca in questo bar super-psichedelico in stile futuro anni '70 e si odono dialoghi del tipo: “Non rompermi gli asteroidi” o “Brutto figlio di una troia venusiana”. Battute deliranti, recitazione amatoriale e scenografie che dire miserevoli sarebbe eufemistico, fanno ben sperare per un grande film. Ma poi tutto va a catafascio. Col passare dei minuti il ritmo rallenta, la sceneggiatura arranca, i dialoghi non sono più divertenti ma solo tediosi e la permanenza sul famoso pianeta si rivela un'agonia insopportabile. Infatti l'equipaggio dell'astronave viene coinvolto in un'interminabile sequenza di orgia-porno-soft, tra i satiri di cui sopra, varie attricette di bassa lega e uomini brutti.
Questa orribile mezzora di scenette erotiche sembra che sia stata aggiunta successivamente per “rinforzare” il fim (pare addirittura all'insaputa del regista), ma il risultato è che lo affossa ulteriormente. Sono infatti realizzate malissimo, montate ancora peggio e più che eccitazione provocano allo spettatore solo un sonno profondo da cui è difficile risvegliarsi.
Poi finalmente l'orgia finisce e si torna a ridere grazie ad un ridicolo robottone realizzato con scatoloni grigi e luci di natale, a pietre di polistirolo che rimbalzano e armi giocattolo che fanno “pew pew”. Ma ormai il danno è fatto, il film è inesorabilmente inquinato e distrutto e non c'è modo di salvarlo.
Insomma, se questa pellicola fosse composta solo dalla prima e dall'ultima parte, senza i 40 minuti del mezzo, sarebbe un gustosissimo “trashone” di prima categoria, ma purtroppo il tedio insopportabile delle scene soft-core rimane un ostacolo impossibile da ignorare.
Recensito da: Vidur
VOTITRASH: 62/100Noia: 80/100Ridicolaggine degli effeti speciali: 74/100Presunzione della regia: 44/100Incompetenza degli attori: 75/100
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