Navigando nel mare della Rete, capita di scoprire delle piccole isole d’informazione che non sono segnate sulle carte nautiche ufficiali. È il caso di questo articolo di Gabriele Niola letto su Punto Informatico di cui cito poche righe, ma che consiglio di leggere per intero.
«Roma – Nella grande sala di palazzo S.Pio X a pochi metri dal Vaticano, convocati dal Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali per un incontro tra blogger e alte sfere della comunicazione d’Oltretevere, l’impressione è che gli alti prelati siano ben più esperti di Rete e web 2.0 di quanto non lo sia la base di blogger cattolici. Esattamente il contrario di quanto solitamente si vede in Italia quando un’entità statale italiana incontra il mondo della Rete.»
Dunque il Vaticano prepara una massiccia azione di comunicazione su Internet; bene, così oltre all’Osservatore Romano, Radio Vaticana, L’Agenzia Fides e Dio solo sa cos’altro, avremo anche Twitter, Flickr, Facebook, YouTube. Ma non dimentichiamo il pezzo forte: News.va, dal quale ho tratto queste poche righe che testimoniano la “divina” incoerenza del Vaticano:
[...] Il Papa, domenica prossima, alle 18.00, presiederà i vespri nella Certosa fondata da San Bruno nell’XI secolo. San Bruno è originario di Colonia, professore di teologia e filosofia, chiamato da Papa Urbano II come suo consigliere. Nel periodo caratterizzato dalla lotta delle investiture e da grandi ambizioni, anche in campo ecclesiastico, rifiuta di diventare vescovo. Fonda i Certosini. Preferisce il silenzio e la contemplazione perché l’intimità con Dio trasformi il suo essere: “Silenzio e contemplazione – caratteristica di san Bruno – servono per poter trovare nella dispersione di ogni giorno questa profonda, continua, unione con Dio … nella loquacità del nostro tempo, e di altri tempi, nell’inflazione delle parole, rendere presenti le parole essenziali. Nelle parole rendere presente la Parola, la Parola che viene da Dio, la Parola che è Dio. (Omelia, 6 ottobre 2006) [...]
Sono talmente d’accordo con San Bruno che mi viene voglia di buttare il mondo nel cesso e tirare la catena… Poi penso ai miei figli e a tutti quelli che confondono il bisogno di spiritualità con le istanze della ragione e diventano preda di questa o quell’altra religione. Penso anche a quell’uomo che si muoveva a piedi o su un asinello che predicava pace, tolleranza, amore, e mi dico che non è giusto confonderlo con chi possiede una banca e viaggia su auto blindate. Sarà per i miei trascorsi (male) francescani o perché sopporto meglio il mal di denti dell’ipocrisia, ma voglio aggiungere la mia voce a quella di chi ha capito che il Cristianesimo è terminato il 20 maggio del 325 con la “convention” di Nicea.
P.S.
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