Anche quest’anno, come sempre, leggo e con grande interesse tutte le recensioni e le critiche ai film che vengono presentati alla Mostra del Cinema di Venezia.
Spesso capita che una stroncatura mi attiri assai di più di una pioggia di elogi, o che mi venga la curiosità di vedere un film indipendentemente dal giudizio che di esso viene dato. Perché, in generale, per i film come per i libri o le persone, la cosa migliore è sempre ascoltare il parere di tutti, poi dimenticare ogni analisi, resettare e costruirsi una propria idea.
Così apro internet per vedere in quali sale della mia città vengono programmino i film e i documentari che più mi hanno suscitato interesse, e subito mi rendo conto che, ligio alla mia regola, ho resettato troppo anche l’anno scorso, scordandomi non solo le critiche ai film ma anche qual è l’andazzo della distribuzione italiana, che, pure in questi giorni in cui le pellicole presentate al Lido godono di buona visibilità mediatica, riempie le sale con 4 titoli di cassetta, gli stessi che al cinema ci sarebbero arrivati comunque.
E allora comincio a trepidare aspettando il domani imminente, quello in cui tutti noi butteremo in cantina non solo l’analogico, ma anche il digitale terrestre caro a Gasparri, e il cinema ce lo vedremo nel salotto di casa, grazie allo streaming e alle web tv.
Qualche mese fa, giocando d’anticipo come piace fare a me, mi sono già dotato di videoproiettore e di telone da tre metri ricavato da un vecchio lenzuolo bianco (in puro stile vintage anni ’70). Adesso deve solo venire il giorno in cui qualunque film, anche il più indipendente, off e sconosciuto, sarà reperibile dal computer in pochi click, e potrò decidere di vedere “Tarda estate” con la stessa facilità con cui oggi riesco a comprarmi un biglietto per Shrek 3.
Certo il cinema, per essere tale e per continuare a mantenere il suo fascino senza tramutarsi in trista televisione, necessità di un altro ingrediente, oltre alla proiezione, lo schermo ed il popcorn, vale a dire di un pubblico misto, variegato, che si incontra solo lì e solo allo scopo di assistere a uno spettacolo.
Per questo, sempre nel piccolo che contraddistingue ogni mia iniziativa, non appena sarà possibile organizzerò in salotto una Biennale di Condominio aperta a chiunque, non potendosi permettere gli esorbitanti costi della Venezia vera, il Festival verrà a gustarselo nel mio appartamento al quinto piano.
Magazine Cinema
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