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La biografia dell'occhio della dea

Da Arkavarez

La biografia dell'occhio della deaInanzitutto mi presento, molti mi chiamano ARKAVAREZ, ma il mio vero nome è Stefano.  La creazione del mio libro incominciò nel lontano dicembre del 2004 e io all'epoca vivevo in una roulotte. Stavo in prossimità di mio nonno nelle alpi di Giswil, nel cantone tedesco di Obwald (Svizzera). Il lavoro che ero riuscito a trovare era ben pagato e di fronte a un occassione del genere, non potevo tirarmi indietro! Il fatto di vivere una roulotte, farsi un pezzo di montagna con la bicicletta, per essere alle 06:00 al posto di lavoro , non era facile già dall'inzio. Nella loro usanza, nessuno era perdonato se veniva in ritardo, la puntaulità e un orologio al polso, era tutto nella vita. Su ogni cosa erano disciplianti e pignoli, spesso mi ritrovavo con un esaurimento nervoso a seguire quella precisione.
La biografia dell'occhio della deaIl tratto in bici lo facevo in 30 minuti essendo in discesa. Mi alzavo alle 5:00 e uscivo godendomi un panorama a 1200 M di altezza, le alpi le ammiravo da ogni parte in cui mi giravo. Uno dei principali problemi era l'aria fresca!! Infatti il mio termometro la calcolava come -15 gradi di notte e 0 gradi di giorno.
E' inutile immaginare che la strada di ritorno in bici era tutta in salita, e con quel gelo il ritorno era la cosa più dolorsa! La parte peggiore fra l'altro era attravversare un boschetto al buio (17:00 d'inverno faceva buio). Finivo spesso fuori strada sopratutto all'inzio che dovevo abbituarmi a riconoscere gli alberi giusti da seguire e con le nebbie, la torcia non serviva a molto. Non era proprio una vita da spiaggista.
La biografia dell'occhio della deaLa biografia dell'occhio della deaNon avevo amici. Essendo un posto di montagna, stranieri non venivano ben visti ed essendo chiusi di mentalità, era difficile aprire un dialogo che non fosse veloce e molto formale. Gente ordinata e onesta, ma il loro cuore era freddo come tutto il resto. Andavo alla locanda a prendermi un boccale di birra ma starci da solo mi seccava e non ci sono più andato. Il tempo dentro la roulotte, lo passavo scrivendo o giocando a CORSAIRS 3 versione Wind of freedoom (Il migliore della serie). Le musiche di quel gioco, erano l'unica cosa che distoglieva da quel continuo rumore di quei campanacci, che le mucche indossavano, ed erano essattamente nella stalla accanto la mia roulotte. Quello che maledicevo di più era aver accettato quel lavoro e non sopportavo l'idea di essere etichettato come "uno di fuori". Il pc era l'unica forma di piacere che avevo durante quel gelido periodo.
La biografia dell'occhio della deaAvendo molto tempo libero e stando da solo, mi venne l'idea di creare un romanzo, sempre così per gioco. Ho notato subito che scrivere, era influito dai miei stati d'animo, hanno inciso parecchio sia sul personaggio, che sulla storia. Il primo avvenimento del protagonista, è che ha accettato un lavoro che era meglio lasciar perdere, è finito in un luogo dove si sentiva imprigionato (Nave dei corsari) e la sua condizione di spagnolo loro rendeva uno straniero. E' una copia dei miei stati d'animo, anche il luogo tropicale era influenzato dal mio odio verso il freddo e così via.. trovavo ispirazione da quello che mi piaceva, e da quello che non mi piaceva.
La biografia dell'occhio della deaLe vicende sono in gran parte legate alla sua lotta di evadere, ma anche la stessa evasione dalla nave, si trasforma in un illusione. Perde quello che ama e nel romanzo è la ragazza che ama. Penso sia un emozione abbastanza forte da rendere chiunque un disperato, quando la ragazza che ami viene rapita e poco dopo che ha scoperto che tu stesso l'hai tradita (involotariamente). Rimorsi e disperazione accompagnato quest'avventura, pensavo che fosse il modo più giusto per renderla viva nelle sue pagine.
La biografia dell'occhio della dea
Ovviamente non si commenta mai il finale del proprio libro e quindi non dirò niente di come finisce. Il finale comunque è la parte dove mi sono divertito di più.
La ragazza del romanzo "Christina" per mè era il desiderio di ritornare in italia, ma per il protagonista non è altro che vero amore. La contapposizione Ashley l'ho vista come l'inganno e la bramosia. I 5000 franchi svizzeri al mese per me erano un ottimo affare, ma la ricompensa, era una delle più tragiche a livello psicologico. Infatti Ashley e la mia condizione sono un tutt'uno, un demone che lentamente ti consuma.... Una creatura diabolica, alata.. Un arpìa, anche se un pò modificata dalla figura mitologica. E' uno dei personaggi più belli ed elaborati secondo caratteristiche ben definite. Vedere questa psicopatica e bramosa di Cristòbal, compiere l'impossibile per fermare l'amore che provava per Christina, con l'unico scopo di otternerlo lei, rende la vicenda ancora più drammatica e in un certo senso anche ironica. Ma ci sono un sacco di altre cose nel mio romanzo, che accompagnano la storia fino alla fine.
Muscolino Stefano Giovanni (ArKaVaReZ)

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