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La biopsia prostatica ecoguidata con risonanza magnetica

Creato il 11 aprile 2013 da Laprostata @espriweb
risonanza magnetica biopsia prostatica ecoguidata Secondo alcuni ricercatori, la biopsia prostatica ecoguidata con risonanza magnetica risulta una valida, sicura ed efficace alternativa alla ormai diffusa biopsia prostatica transrettale ecoguidata. Quest’ultima procedura, infatti, presenta dei limiti, in quanto può individuare casualmente dei tumori poco aggressivi e non individuare quelli più pericolosi, portando a volte i medici a sottovalutare la situazione clinica del paziente. La biopsia ecoguidata con RM, invece, permette di rilevare con estrema precisione il tumore, anche se diffuso nella parte anteriore della prostata, cosa che la biopsia transrettale non è in grado di fare. Lo studio è stato condotto analizzando 44 biopsie praticate su 41 pazienti risultati a rischio dopo essere stati sottoposti ad una risonanza magnetica multiparametrica che, combinando diverse tecniche di risonanza magnetica, permette di ottenere un’immagine più complessa della prostata. L’età media dei pazienti era di 65 anni, il loro livello di PSA era di circa 8,17 ng / mL e tutti presentavano almeno una biopsia transrettale ecoguidata negativa. Dopo averli sottoposti ad una biopsia ecoguidata con RM, i ricercatori hanno scoperto che 11 di loro avevano sviluppato un tumore. I restanti 30 sono risultati negativi e non hanno sviluppato la malattia nemmeno nei 36 mesi successivi. In 9 pazienti positivi il tumore è stato individuato nella zona periferica della prostata, in uno nella zona di transizione e in un altro nella zona centrale. In un secondo studio, i ricercatori hanno confrontato gli effetti prodotti da entrambi i tipi di biopsia. Esaminando 54 pazienti, hanno scoperto che il 65% di questi ultimi preferiva la biopsia ecoguidata con RM in quanto permetteva di ottenere migliori risultati con meno effetti collaterali. Entrambi gli approcci presentano un basso tasso di complicanze (circa il 6%). I nuovi studi, comunque, presentano dei limiti. Prima di tutto, l’intervallo trascorso tra l’esecuzione delle due procedure è stato piuttosto lungo (circa 13 mesi). Inoltre, i pazienti sono stati interrogati solo dopo la biopsia ecoguidata con RM e non dopo quella transrettale. C’è da aggiungere che, il fatto di aver ricevuto dal primo esame un risultato negativo, può averli predisposti positivamente nei confronti della nuova biopsia. Per questo motivo, alcuni ricercatori affermano che la biopsia ecoguidata con RM sia più adatta ai pazienti con sospetto di cancro alla prostata persistente. Secondo loro, invece, risulta estremamente utile la risonanza magnetica multiparametrica, che permette di individuare con precisione la zona sospetta e di praticare, quindi, un numero notevolmente inferiore di biopsie.

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