Gunter Pauli, imprenditore ed economista, è il fondatore di Zeri (Zero Emission Research Initiative), rete internazionale di scienziati, studiosi ed economisti che si occupano di trovare soluzioni innovative alle principali sfide cui le economie e la società sono poste di fronte, progettando nuovi modi di produzione e di consumo. Pauli è autore di numerosi libri che sono stati tradotti in oltre venti lingue, compreso Blue Economy, uscito in Italia nel 2010. Gunter Pauli è, infatti, ideatore dell’economia blu: uno sviluppo della green economy che punta alla sostenibilità attraverso la trasformazione in merce redditizia di materiali e sostanze generalmente sprecati.
La blue economy di cui Gunter Pauli traccia i principi e descrive la concreta attuazione, è quella delle tecnologie ispirate dal funzionamento della natura e che opera materialmente attraverso le strategie della biomimesi. Diversamente dalla green economy, non richiede alle aziende di investire di più per salvare l’ambiente. Anzi, con minore impiego di capitali è in grado di creare maggiori flussi di reddito e di costruire al tempo stesso capitale sociale.
Al congresso World environment education congress (Weec), tenutosi a Marrakesh dal 9 al 14 giugno Pauli ha detto che l’obiettivo della blue economy non è ridurre le emissioni di CO2, ma addirittura azzerarle. Per farlo, l’economista belga non propone di investire più denaro nella tutela dell’ambiente, ma di sfruttare da subito le innovazioni che, in ogni settore, utilizzano sostanze già presenti in natura permettono di effettuare minori investimenti.
Come fare? Partendo dall’aggiornare il sistema educativo, dando importanza alla natura, e ridando ai giovani la possibilità di immaginare un mondo diverso. “Dimentichiamo i diplomi e le lauree, il futuro è nell’intelligenza emotiva”, osserva il professore: “Serve imparare ciò di cui non troviamo le risposte su Google o Wikipedia, sviluppando la capacità di porre domande nuove. Ma, per farlo – aggiunge – dobbiamo ridare ai giovani la sicurezza in se stessi”.
Il messaggio è: impariamo dalla natura. Un concetto ribadito anche da un’altra importante ospite del Weec, Vandana Shiva, che durante il discorso di chiusura dell’evento ha ricordato a tutti i presenti quanto la natura, ben più di esperti e scienziati, sia la vera maestra se si vuole re-imparare non solo a vivere con essa, ma anche fra di noi, “riportandoci a tessere i legami sociali che si sono sciolti negli ultimi decenni”.
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