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La bottega del tassidermista

Creato il 03 ottobre 2012 da Malvino
La bottega del tassidermistaIeri sera è andata in onda su Raiuno la seconda ed ultima puntata di una fiction che ricostruiva la vicenda giudiziaria di Enzo Tortora. A me non è piaciuta, ma questo conta poco, tanto più che qui non ho intenzione di stendere una pagina di critica televisiva. Ritengo sia più interessante intrattenermi sugli umori registrati in casa radicale, nell’attesa della messa in onda dello sceneggiato e subito dopo, perché a mio parere sono l’espressione più eloquente di come un tizio che sta per diventare scomodo a una setta possa tornarle di grande utilità se muore al momento giusto.Così è accaduto per Enzo Tortora, che negli ultimi mesi della sua vita dovette subire quel mobbing subdolo, ma snervante che, servendosi di quelle miserabili figurine di gregari che gli strisciano dietro da decenni, Marco Pannella ha sempre riservato a chiunque si permettesse, prim’ancora di contestarne la leadership, di metterne in discussione le scelte politiche.A pochi mesi dalla morte, Enzo Tortora si era permesso di contraddire Marco Pannella su due punti. Voleva tornare al suo mondo, al suo lavoro, alla sua famiglia, e aveva detto no alla richiesta di quell’impegno politico a tempo pieno che per i radicali è da intendersi come annichilimento della vita privata, da offrire in sacrificio alla missione, che poi coincide col verbo di Marco Pannella.Pesa anche a quanti lo seguono da sempre, che di tanto in tanto si concedono uno sfogo, difficile capire se sincero o se finalizzato a ottenere qualcosa. Chi si lamenta di non aver potuto avere figli, chi si lamenta di aver dovuto rinunciato a far carriera, chi si lamenta di non fare una vacanza da anni ed anni, va’ a capire poi se avrebbe avuto figli o avrebbe fatto carriera nel caso non fosse stato fulminato sulla via di Damasco, va’ a capire se due giorni lontano da Via di Torre Argentina non lo farebbero sentire inutile a se stesso.Il secondo errore che commise Enzo Tortora fu quello di essere tra quanti erano contrari allo scioglimento del Partito Radicale, operazione voluta da Marco Pannella per evitare di perdere una cosa che ormai non era più tutta sua. Anche i più intelligenti non lo capirono subito, dovettero aspettare che con la nascita della Lista Pannella fosse chiaro il piano che serviva a liberarsi di chiunque nel Partito Radicale conservasse un minimo di autonomia di giudizio.Non troverete nell’archivio di radioradicale.it l’intervento di Enzo Tortora al congresso che sancì quello scioglimento, mentre troverete sforbiciati quelli degli altri dirigenti radicali che erano contrari alla sterile avventura transnazionale, che Enzo Tortora paragonava beffardamente alla réclame del «Cacao Meravigliao»: è sfuggito alla «pulizia» un suo intervento del 25 dicembre 1987 (mi auguro che segnalarlo non lo condanni ad infortunio tecnico), basta ascoltarlo per capire chi fosse realmente Enzo Tortora a cinque mesi dalla morte, un uomo ferito, profondamente deluso da coloro in cui aveva creduto.Ai radicali, a Marco Pannella in particolare, piace ripetere che il carcinoma polmonare che stroncò Enzo Tortora fu dovuto all’ingiustizia subìta, come non bastasse quella a rendere atroce quanto gli capitò. Gli oncologi affermano che, dal momento in cui insorge al momento in cui ti stronca, anche al più aggressivo carcinoma polmonare occorrono almeno dieci anni, ma per impagliarlo come martire della causa radicale occorreva che il nesso causa-effetto fosse piegato alla narrazione di comodo, ed ecco allora che a «fargli scoppiare dentro quel tumore che era il frutto della lacerazione, dello strazio di immagine, di informazione e di identità» fu l’ingiusta accusa e l’ingiusta condanna. Se quanto affermano gli oncologi non conta niente, non possiamo immaginare che lo «strazio» gli sia derivato dall’essersi accorto che si era fidato di un uomo di merda?Ma veniamo agli umori che in casa radicale hanno accompagnato la fiction televisiva, copio-incollo da uno dei loro forum«Stasera ci sarà la seconda puntata su Raiuno della fiction su Enzo Tortora. A differenza della prima puntata, ci sarà Marco Pannella e la lotta radicale. Staremo a vedere. Ascolti prima serata: 4.771.000 spettatori. Share 19,42%. Primo in classifica, sbaraglia anche il programma di Fazio»«Per evitare un altro conato di vomito non guardo la fiction di Raiuno su Enzo Tortora. Mi basta tenere vivo il ricordo della sua diretta conoscenza e dell’importante rapporto avuto con i radicali; dalla sua casa di Via Piatti a Milano allo straordinario legame con Marco Pannella, dal viaggio fatto insieme in tutta la Sicilia, per ringraziare gli elettori che lo mandarono al Parlamento Europeo, fino alla vita in comune con Francesca. Lasciare a Raiuno il suo ricordo è come chiedere a Vespa il perché di questo pietoso regime!»«Bravo, mi unisco totalmente  allo sdegno»«Molti radicali si stanno ricredendo in questi minuti. Poteva andare molto peggio. Unica pecca: Pannella era terribilmente basso!»«Ma chi è l’attore?»«E anche troppo anziano, a mio avviso, per quegli anni»«Ma chi era l’attore?»«E anche troppo anziano, a mio avviso, per quegli anni»«Io ho visto nel sito della casa di produzione, Rai Fiction, al link del cast ma il personaggio di Pannella non figura nella lista»«Comunque non un buon attore, almeno per quel ruolo. Mi sembrava un Pannella troppo approssimativo, ma questa è anche colpa di chi ha scritto i dialoghi. In più sembrava più vecchio del Pannella del 2012»«Stamani al mio baretto tutti ne parlavano. Tortora resta una ferita aperta a 25 anni di distanza. Il popolo è con Pannella!»«Io credo che questa fiction, non di ottima fattura c’è da dire, sia stata però importante. I radicali, raccontati da altri, hanno avuto uno spazio adeguato senza essere come al solito censurati. E il problema della giustizia, della magistratura, così come delle carceri, in modo semplice, è arrivato a milioni di italiani. Molte persone ieri sera, certamente non senza qualche buco di memoria o di ricostruzione, hanno potuto ricordare qualcosa di così importante per la vita del nostro paese e i più giovani hanno potuto conoscere quella storia che è ancora drammatica attualità. Con i nomi e i cognomi di chi è sempre stato per una giustizia giusta. La sensazione è che però anche in Rai qualcosina stia cambiando. Vedremo. Troppo hanno  ancora da raccontare e risarcire»«Segnalo che l’attore che ha impersonato Marco Pannella in realtà non è un attore ma un insegnante di educazione fisica di Napoli che è stato scelto dalla produzione per via di una certa somiglianza con il vero Pannella. È stato anche doppiato e Ricky Tognazzi aveva chiesto a Marco di doppiare lui l’attore»Probabilmente si tratta solo di unimpressione: a me pare il chiacchiericcio dei garzoni nella bottega del tassidermista. Se l’animale sia venuto impagliato bene o no, se l’impagliatore ci abbia ricavato una bella figura, se la bottega ne troverà vantaggio in termini di pubblicità e di commesse. Un Tortora che stava per diventare scomodo da vivo torna di grande utilità perché morto al momento giusto: eliminati i dettagli imbarazzanti, ne esce impagliato nella posa desiderata.  

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