la madre di Mimi tenta il suicidio dopo essere stata lasciata dal fidanzato; la bambina, nel frattempo, andrà a vivere a casa della zia, dove riceverà le attenzioni del di lei compagno.I.cappuccetto rosso (il pedofilo domestico)
qui non si tenta di puntare il dito contro dei particolari individui che sono pedofili perché turbati mentalmente, o perché affetti da qualche sindrome perversa. no, qui si fotografa una situazione sociale- un ambiente, quello comune e conosciuto delle periferie (in questo caso le banlieu parigine), nel cui contesto di trascuratezza e sovrappopolazione germinano agevolmente virus letali e potenzialmente genocidiari, come il razzismo, la xenofobia e, appunto, la pedofilia. Mimi, bambina dai capelli d’oro, è vittima, testimone e sopravvissuta: vittima di un micro-universo crudele e perverso perché ruotante attorno ai concetti di scontro e ostilità; testimone della diffusione su più livelli della regressione allo stadio pre-morale, che avviene nella sua stessa casa, e che, grazie allo “zio”, vivrà in primissima persona; sopravvissuta all’intossicazione (non la si può chiamare overdose) da valium, con il quale tentava di costruirsi un palliativo adeguato per poter far fronte alla tragicità della situazione. e dire che Jean-Pierre voleva solo un bacio…
post-scriptum: doveroso ringraziamento a Eraserhead, per avermelo consigliato (e per le "dritte" nel recuperarlo).

titolo originale: La bouche de Jean-Pierreun film di Lucile Hadžihalilović1996




