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La #Buonascuola di Renzi e l’ira degli studenti

Creato il 09 ottobre 2014 da Nicola933

Governo RenziDi Mirella Astarita. Piazze piene in protesta contro la #BuonaScuola di Matteo Renzi. La consultazione online promossa dal Governo per saggiare gli umori del Paese sulla nuova riforma della scuola va avanti con “andamento lento”, e nel frattempo che gironzola per il web fermandosi di pc in pc, venerdì 10 ottobre, in concomitanza con lo sciopero degli insegnanti indetto dai obas, gli studenti della scuola superiore hanno organizzato una manifestazione per dar voce al loro dissenso contro questa ennesima “rivoluzione scolastica”, che sentono lontana da loro e poco concreta.

“Il 10 ottobre entreremo in scena. Non rimarremo spettatori passivi mentre si riforma la scuola e il mercato del lavoro contro i nostri bisogni e i nostri desideri”, affermano i rappresentanti nazionali dell’Unione degli Studenti.

Per venerdì è stato organizzato un programma che vede coinvolte tutte le piazze d’Italia. Questa riforma, se dovesse esser varata, toccherà tutti gli studenti della Penisola, perciò tutti, venerdì, scenderanno in piazza, armati di idee e dissenso, e voglia di avere una scuola creata su misura per loro.
“La Buona Scuola di Renzi è una scuola che apre le porte agli interessi delle imprese, che dà più poteri ai presidi, che valuta e punisce docenti, studenti e scuole”. Tuonano gli studenti. “Siamo stanchi di promesse e di interventi minimi che non cambiano le condizioni materiali degli studenti che devono far fronte a costi sempre più esosi per poter studiare”, continua l’Uds. Gli studenti sono amareggiati, schiacciati dal peso e dal costo dello studio. Secondo loro la dispersione scolastica, gli alti costi dei libri di testo, e dei trasporti, rappresentano il profilo di un Paese spento, che non crede più nel valore sociale dell’istruzione; e quando si smette di “sfornare” cervelli si è toccato davvero il fondo. La scuola ha il compito di formare gli individui che poi interagiranno con la società, ne formeranno i vertici.

I giovani vorrebbero una scuola libera, e non strumentalizzata dalla politica, non vogliono che sia riformata ogni cinque anni per mera “campagna elettorale”, ma vorrebbero che il Governo ci investisse, ne evidenziasse le potenzialità e soprattutto la riportasse su un livello raggiungibile da tutti.
Gli altissimi tassi di disoccupazione giovanile e le scarse prospettive cominciano a fare sentire i propri effetti su questa generazione sfiduciata, che si sente costretta in un angolo, e che ha deciso di scendere in piazza per riprendersi il futuro che da anni le stanno negando. Ciò che più paralizza i ragazzi è l’assenza di prospettive. Non vedere mete raggiungibili, rende tutto vano e così spesso si abbandona la scuola e si inizia a lavorare. Un Paese in cui l’istruzione è una scelta per pochi, è un Paese destinato a finire.

“La Buona Scuola che ci propone il governo non è quella che vogliono gli studenti. Diritto allo studio, didattica veramente innovativa, riforma dei cicli, innalzamento dell’obbligo scolastico, rappresentanza degli studenti negli organi collegiali scolastici, riforma dell’alternanza scuola-lavoro che non sia solo un precoce inserimento nel mondo del lavoro: dove sono tutte queste cose?”, chiedono i ragazzi della Rete degli studenti medi e dell’Unione degli universitari. Venerdì si scenderà in piazza per ricordare a tutti che la Grande Bellezza di questo Paese sono gli studenti che ancora ci credono, che ancora vogliono una speranza, una possibilità per raggiungere i propri obiettivi. “Vogliamo una scuola veramente inclusiva, che educhi al pensiero critico e al piacere del conoscere ed accettare il diverso. Vogliamo un diritto allo studio garantito, vogliamo che veramente per tutti sia garantita la scuola dell’obbligo e la possibilità di accedere ai più alti gradi dell’istruzione” conclude Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi.

Il segnale che vogliono lanciare a Renzi è che, nonostante i vari tentativi, ci sono ancora ragazzi pensanti, che vogliono investire nel proprio futuro. Più che i tagli alla scuola, più che una riforma ogni tre anni, ci vuole la possibilità di frequentarla scuola, e la voglia di diffondere l’importanza di un’istruzione, perché solo la cultura rende un uomo libero, e solo la conoscenza crea la coscienza sociale, quella che secondo i nostri politici, si sarebbe persa. Ma venerdì tutti in piazza, questi ragazzi, vogliono dimostrare che la voglia di riportare l’Italia ai primi posti nelle classifiche europee c’è in loro e che non si accontentano di essere spettatori del loro destino, ma vogliono potersi costruire un futuro tutto loro.


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