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La bussola dell’aspirante scrittore: la cura per ogni cosa

Da Marcofre

La cura per un’ambientazione brillante, un intreccio vigoroso, personaggi vividi, cambi di ritmo e brio devono vedersi, tutti, nel progetto.

Questo è quello che scrive Scott Fitzgerald nel libro elettronico (ma anche cartaceo) “Nuotare sott’acqua e trattenere il fiato”. Due righe che ammazzano qualsiasi pretesa di fare bene, ricorrendo alla fretta.
Prendiamo quello che scrive all’inizio: La cura per un’ambientazione brillante.

Cura, fermiamo la nostra attenzione qui.
Ogni parola deve essere adagiata sul foglio, e non semplicemente scritta. So che non è mai possibile produrre un romanzo, o un insieme di racconti con cura. 

Ci sono troppe variabili, e buona parte di esse sono completamente al di fuori del nostro controllo. Molti scrittori sono insoddisfatti di quanto hanno scritto; anche se magari hanno ottenuto successo, o Nobel.

Affermano che potevano fare di meglio, ma le scadenze imposte dall’editore, il lavoro, i pochi soldi, i doveri familiari…
La consapevolezza di dover consegnare al lettore qualcosa che abbia che fare con l’arte, e non sia solo parole messe in fila, rende questo mestiere, difficile.

Il resto dell’affermazione di Scott Fitzgerald è peggio, secondo me.
La sua conclusione è terribile: devono vedersi. In fondo sembra quasi che non si parli di letteratura ma scultura, o pittura. Devono vedersi.

Qualcuno potrebbe evidenziare che se non ci sono regole, come spesso io dico e non solo io, allora quel “devono” è eccessivo.
Non credo affatto, anzi a parer mio è una pietra angolare nella scrittura. Perché si tratta di un dovere che ci si assume per il lettore. Nessuno ce lo chiede.

Se però crediamo di avere qualcosa di interessante da dire, questo qualcosa o sfodera valore ed efficacia, oppure non è diverso dal contenuto di un volantino pubblicitario infilato sotto il tergicristallo di un’autovettura.

Allora il dovere di Scott Fitzgerald assume un senso, un fine: la cura appunto. Siamo tornati al principio dell’affermazione dello scrittore statunitense. Non so se sono stato chiaro: di certo scrivere è maledettamente complicato.


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