Il bilancio delle vittime della caccia a chiusura della stagione 2010-2011 solleva un polverone. Al centro i numeri, 141 vittime in totale, secondo l’associazione anti-doppiette, 100 solo in ambito venatorio di cui 25 morti e 75 feriti.
“Dati distorti che creano allarme sociale”, ribatte il mondo venatorio secondo il quale “intervenire sul fronte sicurezza non significa abolire la caccia”. La sede dello scontro avviene nella sala stampa del Senato dove l’Associazione vittime della caccia presenta il dossier.
Alla conferenza partecipano anche esponenti del Pdl, i senatori Massimo Palmizio e Valerio Carrara che intervengono nello spazio dedicato alle domande dei giornalisti e aprono un siparietto di botta e risposta con la radicale Donatella Poretti che siede accanto all’Associazione vittime della caccia.
La questione suscita anche reazioni divergenti di esponenti del Governo. In una nota il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla sottolinea che i dati sulle vittime “dovrebbe far riflettere tutti, indipendentemente dall’ appartenenza politica, sulla necessità di garantire ai cittadini maggiore sicurezza oltre che di permettere loro di fruire del nostro meraviglioso ambiente e del turismo della natura in tranquillità”. “Far proprie le posizioni animaliste da chi ha responsabilità di Governo – afferma in serata il ministro delle Politiche Agricole, Giancarlo Galan – arreca un danno incalcolabile alle voci importanti della nostra economia, ma soprattutto crea confusioni e allarmismi sempre più insopportabili da parte di chi opera nel pieno rispetto della legge in un settore che non può essere criminalizzato”.
E per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, “l’eccitata campagna di delegittimazione di caccia e cacciatori preoccupa non solo per le inaccettabili forzature ma anche per un movimento ‘animalista’ sempre più fondamentalista”. Il dossier che ha scatenato le polemiche, parla di 141 vittime, di cui 53 morti e 88 feriti in cinque mesi, a causa di armi da caccia, sia in ambito venatorio che fuori del territorio di caccia. Sul totale si distinguono in ambito extravenatorio, 41 vittime, di cui 28 morti e 13 feriti, e in ambito venatorio 100 persone colpite, di cui 25 morti (24 cacciatori e un non cacciatore) e 75 feriti (59 cacciatori e 16 non cacciatori). Quattro invece i bambini coinvolti.
Dopo la presentazione in conferenza stampa, prende la parola il senatore Carrara dalla platea, riferendo altri numeri. Secondo i dati delle associazioni venatorie, dice, si sono contati nell’ultima stagione 22 morti e 62 feriti, per un totale di 84 vittime. “Non è molto diverso allora”, ribattono da una fila più avanti.
Ma il senatore del Pdl afferma che, oltre alla caccia, sul piano della sicurezza anche altre attività, come ad esempio lo sci, provocano vittime e che non per questo bisogna smettere di esercitarle. Infine, dicono in una dichiarazione congiunta il Comitato nazionale caccia e natura (Cncn) e Face Italia (Federcaccia, Anuu Migratoristi, Enalcaccia, Libera Caccia) gli atti dovuti a psicosi, come gli omicidi domestici “non si combattono abolendo la caccia”.