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La Camera lascia Palazzo Marini. Basta agli affitti d’oro

Creato il 27 giugno 2014 da Nicola933
di Roberta Miele La Camera lascia Palazzo Marini. Basta agli affitti d’oro - 27 giugno 2014

mariniDi Roberta Miele. Rescissi gli affitti d’oro di Palazzo Marini, sede degli uffici dei deputati. La decisione dell’Ufficio di Presidenza della Camera porterà risparmi per 30 milioni di euro l’anno.

“Dall’inizio della legislatura – si legge in una nota di Montecitorio – con la riduzione della dotazione di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014 e con le restituzioni effettuate nel biennio, l’onere della Camera a carico del bilancio dello Stato si riduce di 138,3 milioni di euro rispetto al 2012. Negli anni 2014-2016 , come già avvenuto nel 2013, la dotazione della Camera dei deputati è ridotta di 50 milioni di euro rispetto all’ammontare del 2012. Nel 2014 la Camera restituirà al bilancio dello Stato di 28,3 milioni di euro. Per quanto riguarda la spesa di funzionamento, per il terzo anno consecutivo si registra una diminuzione. In particolare, nel 2014 la riduzione rispetto al 2013 è di 17,7 milioni. Nel 2013 la spesa era diminuita di 32,7 milioni di euro rispetto al 2012. Rispetto al 2012, dunque, la spesa prevista per il 2014, grazie alle significative e consistenti misure di risparmio adottate in questa legislatura, si riduce di 50,4 milioni di euro”.

Ulteriori risparmi si avranno in seguito all’applicazione del contributo di solidarietà previsto dalla legge di stabilità 2014 ai TFR degli ex deputati ed ai dipendenti della Camera, apportando un risparmio di 8,3 milioni di euro per ciascuno negli anni 2014, 2015 e 2016.

“Affitti d’oro, oggi la Camera recede dai contratti dei Palazzi Marini. A partire dal 2015, ci saranno risparmi per piu’ di 30 milioni di euro all’anno. È stato possibile grazie alla norma di Riccardo Fraccaro del Movimento 5 Stelle. Questo è un risultato di Legislatura del Movimento. L’abbiamo detto, l’abbiamo fatto”, scrive Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera.

Il titolare di Palazzo Marini fa sapere che dovrà licenziare 350 dipendenti, già messi in mobilità. I rapporti tra Sergio Scappeliti, imprenditore romano di Milano 90 srl, e la Camera durano da ben 15 anni. Ma risale solo ad un anno fa il dossier della deputata radicale Rita Bernardini, che ha chiarito il forte legame con Montecitorio.

L’Aula “è prigioniera dei contratti sottoscritti”, è scritto nel documento. Solo Palazzo Marini 1 può essere lasciato con un anno di anticipo, le altre sedi di piazza San Silvestro non prevedono il recesso anticipato. Condizioni vantaggiose per l’imprenditore romano che, per sdebitarsi in qualche modo, offre alla Camera servizi di alta qualità (come gli ottimi piatti serviti nella mensa di “Palazzo San Macuto”) a prezzi sottocosto (poco più di 13 euro per un menù completo che comprende oggi bistecca di chianina, domani scampi appena pescati).

Col motto “guadagno per tutti” onorevoli e imprenditori hanno determinato negli anni un giro di miliardi di lire, oggi milioni di euro, senza contare lo staff che ogni deputato, in carica e non ha a disposizione nel proprio ufficio. La classe politica ha iniziato a stringere la cinghia; ma è appena al primo foro, i chili da perdere sono ancora tanti.


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