Magazine

La camicia di Matt Taylor: come è veramente andata

Creato il 20 novembre 2014 da Redatagli
La camicia di Matt Taylor: come è veramente andata

12 novembre 2014, ore 17.30, sede dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea).

"POP" . Il suono della bottiglia di spumante è accompagnato da un urlo di giubilo. Il lander "Philae" è appena atterrato, pur con qualche malfunzionamento, sulla cometa P67, ad appena 511 milioni di chilometri dalla Terra. Un'impresa scientifica senza precedenti, straordinaria, sensazionale: è come aver lanciato un aeroplanino di carta, aver centrato le turbine di un Boeing 747 in volo a 6000 metri di altitudine, e aver fatto uscire l'aeroplanino indenne.
Un ditino di prosecco e tutti di nuovo al lavoro: siamo scienziati, non businnessmen. Quelli a quest'ora starebbero festeggiando con fiumi di Champagne annata vattelapesca purché costi un quarto del PIL, prostitute sadomaso che escono da torte guarnite interamente in cocaina colombiana pura al 100%, e qualche occasionale nipote di Mubarak pagata per non prostituirsi.

Il capo dell'ESA batte col cucchiaino sul bicchiere:

"Signori, so che vorremmo tutti bere alla goccia il nostro mezzo bicchiere ed essere così sbronzi da confondere l'integrazione per sostituzione con l'integrazione per parti... ma qui fuori ci sono i giornalisti, vogliono saperne qualcosa di più".

Silenzio attonito. I giornalisti nella sede di un ente scientifico non sono visti molto bene: solitamente compaiono solo quando esplode un'astronave... cosa fare?
Dal fondo della sala si ode un vocione: "Capo, se vuole vado io".

Chi ha parlato è Matt Taylor, uno degli eroi della giornata: lavora al progetto Rosetta da 10 anni ed è un genio della fisica. Rispetto ai suoi colleghi però è piuttosto atipico: è un omone grande e grosso, con le braccia e le gambe ricoperte di tatuaggi e si veste in maniera stravagante. Ma soprattutto passa del tempo sui social network, si fa foto buffe, ha un senso dell'umorismo e una vita sociale.

Il direttore dell'ESA rabbrividisce.

"Sei sicuro Matt? Guarda che quelli sono professionisti dell'inculare il prossimo con rincorsa... mezza parola sbagliata e ti ritrovi a piangere con la testa appoggiata sulla spalla di Oprah Winfrey".

"Non si preoccupi capo. Ho appena fatto atterrare un lander su una cometa, cosa vuole che siano due tizi con un microfono?"

"Matt, forse dovremmo mandare qualcuno con un aspetto più norm..."

SLAM! La porta sbatte: Matt è andato.

12 novembre 2014, ore 22.05, sede del quotidiano "The Guardian"

Il direttore di redazione sta fumando dalle orecchie, il suo battito cardiaco è pari a quello di un topo che si è appena fatto una pera con l'adrenalina.

"Quei gran figli di puttana! QUEI GRAN FIGLI DI PUTTANA!"

"Scusi capo, che problema c'è?"

"Che problema c'è? Eccolo, il problema!"

Sullo schermo compare una foto di Matt Taylor, nella conferenza stampa di poche ore prima.
"Gli avevamo chiesto di mandarci uno scienziato! UNO SCIENZIATO, mannaggia i gioielli della corona! Ti sembra uno scienziato questo?".

L'interpellato esita... 
"Ehm... a dire il vero il dottor Taylor È uno scienziato..."

Il direttore si rivolge agli altri:"Dove l'avete rimediato questo idiota? È quello che abbiamo trovato 26 anni fa abbandonato in fasce nel cassonetto dove buttiamo le bozze?"

Poi si rivolge al malcapitato:

"Ascoltami bene, razza di mentecatto. Uno scienziato è un tizio alto, anoressico e allampanato, con gli occhiali e il camice bianco, che nella sua vita vede tanta melanina quanta figa, e cioè ZERO. Uno scienziato non scopa, si masturba guardando lavagne con formule matematiche, e viene quando i conti tornano. Due volte l'anno riceve pompini in cambio di 18, durante le sessioni d'esame. Non ha vita sociale, non ha muscoli ed è noioso sia da vedere sia da sentire.
I lettori si aspettano questo, i lettori vogliono questo. Quello che ci hanno mandato non è uno scienziato, è un figo della madonna con una laurea in astrofisica".

Questo sì che è uno scienziato

Interviene il direttore di testata.
"Quali potrebbero essere le conseguenze?"

Il tono del direttore di redazione si fa più ossequioso mentre risponde al suo capo. 
"Disastrose signore, disastrose. I nostri lettori ragionano a compartimenti stagni, non reggerebbero il peso della notizia. Siamo un quotidiano liberale, il nostro lettore medio è un impiegato di banca frustrato che al liceo era affascinato dai paradossi della relatività, ma ha scelto di fare economia perché gli han spiegato che a fisica l'unico buco con cui si può avere a che fare è una singolarità dello spazio-tempo. Più qualche vecchio pensionato benpensante che rischia il collasso respiratorio ogni volta che viene meno uno dei suoi stereotipi".

Squilla il telefono sul tavolo, il direttore di redazione risponde. Spalanca gli occhi, guarda il direttore di testata.

"Capo... è l'amministratore delegato".

"Su schermo".

La faccia giovane di uno yuppie compare sullo schermo. Ha l'espressione incazzata modello milanista dopo la finale di Champions League 2005.

Tipico yuppie americano

"Signori, ho appena parlato con gli azionisti. Della cometa non ce ne frega più nulla, bisogna distruggere questo Taylor".

Il direttore di testata è perplesso:

"Signore, si tratta di un evento scientifico storico. Tutti i giornali ne parleranno".

"Offuscateli, fate più rumore di loro. Vi pago per questo".

"Ma signore..."

"Mi ascolti bene: i nostri azionisti sono compagnie che campano facendo lavorare sottopagati i laureati in filosofia nei call center. Sopra di loro ci sono gli stessi impiegati frustrati laureati in economia che ci leggono, e sopra ancora gli avvocati rampanti, che la sera tornano a casa dalle loro mogli benpensanti che li hanno scelti perché stare con uno che studiava giurisprudenza faceva figo. Crescono i loro figli a pane e luoghi comuni, facendone la prossima generazione di impiegati frustrati.
Ha idea di che cazzo succede a tutta questa gente se passa il messaggio che si può essere dei fighi, con tatuaggi da cattivo ragazzo, un fisico da palestrato e avere comunque un cervello da premio Nobel?"

"No signore, cosa succederebbe?"

"Il collasso sociale! I tamarri di periferia inizierebbero a pensare che studiare non è necessariamente da sfigati, i benpensanti smetterebbero di benpensare, l'elite di persone intelligenti che fino ad oggi viene contenuta dalle loro scarse possibilità riproduttive diventerebbe progressivamente sempre più dominante. I politici non potrebbero più dire stronzate agli elettori, le pubblicità non fregherebbero più nessuno, e i nostri lettori inizierebbero a pretendere da noi un analogo uso del cervello.
Ma soprattutto, se passasse questo messaggio, vi posso garantire che le vostre posizioni sarebbero assegnate rispettivamente ad un dugongo e ad un pellicano, e voi sareste spediti a fare i cronisti in diretta delle decapitazioni dell'ISIS e delle sparatorie tra narcos a Città del Messico".

Lo schermo si spegne, poi ricompare l'immagine di Matt Taylor. L'atmosfera è plumbea, i direttori si guardano costernati. I giornalisti si grattano la testa. Una ragazza dal fondo del tavolo alza la mano.

"Forse potremmo attaccarlo sui tatuaggi?"

Il direttore di testata scuote la testa.

"Impossibile... le teorie di Lombroso non vanno più di moda da un pezzo. E poi guardi il mondo dello star-system: sono tutti tatuati, da Britney Spears a Miley Cyrus passando per Rihanna. Tutte le pop-star che tengono chiusi in bagno i 15enni per settimane si inchiostrano, foss'anche con lo scopino del WC: mettercele tutte contro non è una buona idea".

Minuti di silenzio sempre più pesante. Poi di colpo un ragazzo balza in piedi:

"Eureka ho trovato! Ci sono! La camicia!"

Il direttore di redazione guarda lo schermo.

"È un po' stravagante con quelle pin-up, te lo concedo. Ma non penso che ci si possa fare un pezzo sopra".

"Sta scherzando direttore? Donne seminude con pistole. Sessualizzazione, oggettivizzazione, mercificazione della donna, commercializzazione del corpo femminile..."

Rita Hayworth, pin-up di altri tempi

"Figliolo, le Pin-up le avevamo già negli anni '20. Ci sono ragazze che si fanno foto vestite da Pin-up anche tra i miei contatti Facebook".

"Le associazioni femministe ci aiuteranno a mettere su più casino!"

"Le femministe? Quelle della campagna He4She lanciata da Emma Watson alle Nazioni Unite?"

"No signore, quelle sono persone serie. Le altre femministe, quelle che mandano in giro una culona per New York spacciando per molestie sessuali tutte le forme di interazione con individui di sesso maschile". 

Interviene il direttore di testata.
"Come pensiamo di coinvolgerle?" 

Il ragazzo risponde tutto eccitato:
"È questo il bello, non serve. Noi facciamo un pezzo sul fatto che quella camicia forse era un po' inopportuna, ma aggiungiamo che comunque si tratta dell'individuo che è riuscito a portare a termine un'impresa scientifica di portata storica.
La femminista si sveglia la mattina in preda all'idrofobia perché ha ripudiato come schifosi maschilisti tutti quelli che l'hanno degnata di attenzione negli ultimi 2 anni. Apre il giornale alla ricerca della sua ragione di vita: qualcosa per cui indignarsi. Trova la notizia: scopre che c'è un uomo che riesce a parcheggiare un'astronave su un sasso a 511 milioni di chilometri dalla Terra, mentre lei non riesce a far entrare la Smart nel parcheggio da cui è appena uscito un Tir con rimorchio. Schiatta di invidia, cerca di trovare un motivo per razionalizzare il suo odio, trova la camicia.
Telefona alla sua amica denunciando l'episodio di disgustoso maschilismo, la seconda a malapena si accorge che c'è anche una cometa di mezzo. Tempo due giorni e nessuno parlerà più di scienza o di simili argomenti da sfigati".

Tira il fiato. I direttori si guardano, sorridono, annuiscono. Può funzionare.

16 novembre 2014, ore 9.30, casa di Emma Watson.

La bella attrice sta facendo serenamente colazione nella terrazza di casa. Certo, è novembre, ma ha abbastanza soldi da permettersi un microclima artificiale che fa sembrare casa sua un paradiso tropicale.
La attende una giornata piena di impegni, ma trova comunque qualche minuto per sfogliare il giornale. Scopre che la sera prima uno scienziato è andato a scusarsi in lacrime in TV per una camicia, invece che prendere applausi per un'impresa scientifica.

Sbianca. Prende il cellulare, chiama la sua collega che segue la campagna del progetto He4She: un progetto femminista serio, importante, per il quale lei si è spesa ricevendo in pari misura applausi e minacce.

"Ciao cara, hai letto il giornale di oggi?"

"Uhm... sì, perché?"

"Hai letto della camicia dello scienziato? Cosa ne pensi?"

"Mah, non mi sembra diciamo un argomento su cui avrei speso tutte queste parole, però effettivamente è un po' di cattivo gusto".

"MA SEI CRETINA??" 

Emma Watson

Silenzio. La temperatura corporea di Emma Watson comincia a salire vertiginosamente.

"Ti rendi conto che io nel pomeriggio sono ospite ad una conferenza sugli stereotipi di genere in cui dovrò spiegare che, mentre un uomo parlava di astrofisica, il cervello di gran parte del pubblico femminile non è riuscito ad andare oltre alla maglietta? Come diamine faccio a non farci fare la parte delle galline?"

Silenzio imbarazzato... la Watson è circa alla temperatura di fusione del ferro.

"Abbiamo speso settordici milioni di dollari in campagne di informazione per sensibilizzare la gente sul fatto che nessuno ha il diritto di giudicare una donna per come si veste, e montiamo su sto casino per l'abbigliamento di un uomo? Per una camicia con le Pin-up, oltretutto disegnata da una donna?"

"Ehrm... Ma non siamo mica state noi".

Il giardino dei vicini va in autocombustione, il centro meteorologico rileva tramite satellite i fenomeni tipicamente associati ad un'eruzione vulcanica.

"No, non siamo state noi, sono state delle oche del cazzo che però si definiscono 'femministe'. Indovina un po' chi è andato a spiegare in mondovisione che 'femminismo' non dovrebbe essere considerata una brutta parola, che bisogna avere il coraggio di definirsi tali se si lotta per la parità dei sessi?"

"Ehm... tu?"

"Esatto. E indovina un po' chi passa un terzo delle sue giornate ad aggiornare password di computer e 3 cellulari perché per dire queste cose si è esposto e c'è un esercito di hacker che non vede l'ora di entrare nel suo computer e vendere le sue foto ai segaioli di mezzo mondo?"

"Ehm... sempre tu?"

"Indovinato di nuovo. E indovina un po' chi oggi verrà suonata dai giornalisti perché parlando di parità dei sessi gli verrà fatto notare che se fosse stata una donna a compiere un'impresa scientifica, e la gente si fosse soffermata sul suo abbigliamento, avremmo parlato di maschilismo disgustoso e retrogrado menandogli peggio di Arancia Meccanica?"

"Ascolta Emma, cosa vuoi che faccia?"

Diversi scienziati fanno lavagnate di conti per capire se si può utilizzare Emma Watson per alimentare una centrale nucleare a fusione. Il radiotelescopio di una civiltà aliena tra molti milioni di anni rileverà una fonte di calore anomala provenire da una regione periferica della Via Lattea.

"Voglio che sradichi la piramide di Giza e ci inculi le idiote che hanno tirato su questo macello, e senza ripulirla dalla sabbia prima. Fai le telefonate che devi fare, tira la gente giù dal letto anche se in Europa sono le 3 di notte. Fai in modo che ogni volta che una di queste esce di casa ci sia una modella strafiga, vestita identica a lei, che la pedini tutti i giorni fino a quando non emigra nella Terra del Fuoco".

"Ok, sarà fatto".

"E fai uscire un comunicato stampa in cui prendiamo le distanze da questo episodio di sessismo, molestie e stalking nei confronti di uno stimato membro della comunità scientifica".

"D'accordo".

Emma Watson mette giù il telefono, la temperatura del suo corpo torna progressivamente a poter essere espressa senza l'ausilio della notazione esponenziale. Prima di spegnere il cellulare cambia la password, che non si sa mai.
Appoggia la testa sulla mano in un attimo di sconforto... è dura essere ambasciatrici di un'idea di uguaglianza, quando questa viene sistematicamente applicata male.

Dall'aldilà qualcuno è molto d'accordo.

Karl Marx approves

Luca Romano
@twitTagli

NOTA DEI CAPOCCIA CHE GESTISCONO LA BARACCA: Siccome ci siamo scocciati della pioggia di insulti che ci casca addosso ogni volta che trattiamo il tema delle questioni di genere in maniera non totalmente genuflessa, ci pieghiamo a questo delirio collettivo e diamo un paio di coordinate che in un mondo dotato del minimo buonsenso dovrebbero essere scontate. E perciò,
PRIMO: tutto quanto scritto qui sopra è frutto di fantasia, non è capitato davvero, è come i Puffi e la pensione per chi è nato dopo il 1980, non esiste e non esisterà mai.
SECONDO: per leggere e commentare questo articolo sono richieste quattro cose: intelligenza, apertura mentale, ironia e (soprattutto) autoironia. Lo sappiamo, l'autore ha fatto una battutaccia sull'incapacità delle donne a parcheggiare. Ne ha fatte anche un sacco di altre, tutte tremende: lo ha fatto apposta. Prendetele per quello che sono, e cioè delle cretinate scritte con l'intenzione di essere delle cretinate e che hanno il valore delle cretinate. Cercano di dare un ritmo comico: non potendo egli venire a casa di ciascuno di voi per farvi il solletico sotto i piedi, ci prova così. Forse ci riesce, forse no. 
Ma il punto - è la nostra segreta speranza - non dovrebbe essere "quanto l'autore è di cattivo gusto"; il punto - ed il motivo per cui pubblichiamo volentieri - è il senso complessivo del testo, che va letto tra le righe.
Sappiamo che per il 99,9% di voi tutta questa mia pappardella è ridicola e superflua. Ma purtroppo lo 0,1% è assai ribollente e astioso, e dunque meglio specificare.

Baci & abbracci, cari lettori.
Grazie per averci scelto.

Gli Admin


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :