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La candida non è esattamente il primo esempio che mi è venuto in mente

Creato il 04 novembre 2010 da Olga

La candida non è esattamente il primo esempio che mi è venuto in mente

La candida non è esattamente il primo esempio che mi è venuto in mente
Se non esistessero i messaggi, le mail, FB, le chat, io sarei una donna fottuta. Così come le lenti a contatto, questi mezzi di comunicazione mi hanno sempre consentito di avere una vita sociale: fidanzati, amici, coniglietti sono tutte conquiste conseguite per mezzo dello scritto. Non avrei mai avuto tutto questo se avessi solo parlato. Scrivere ti dà modo di immaginare e di darti tutte le chance che ritieni: rivivere, ricreare- e non “forse se avessi detto questo, ma se avessi detto così… no no no ho sbagliato tutto: mando un sms”
Questo perché in fondo io non so mai cosa dire al momento giusto; a volte diretta, a volte fuori luogo, a volte criptica: il più delle volte la gente mi guarda con una faccia tra lo stranito e il biasimo alla Jessica Fletcher quando scopre l’assassino e in un certo senso, comprende il movente.

La pedana

Ero in discoteca, ballavo su una pedana. La pedana era una palco e la discoteca era in verità un circolo. La pedana era un palchetto di cemento sopraelevato di 50 cm, la discoteca un circolo associativo, ok: un circolo associativo vagamente underground dall’arredamento eclettico e la fauna indiefag un po’ erasma, un po’ facciamosessocheimportachefacciahaiechiseichissachesaradinoiloscopriremosolovivendo– insomma il Fishmarket.
Un tipo passa, con la foggia di un macellaio ungherese mi taglia la strada e mi fa cadere nel baratro dei piani bassi. Io mi sento affrontata, dico al mio amico: “Hai visto? Adesso mi sente!”
Il mio amico mi guarda come se gli avessi detto che sono lesbica: non capisce un cazzo.
Busso alle spalle del tipo, il tipo si gira, mi guarda e aspetta. Io non so che dire. Goffamente gli dico: “ Tu… non puoi impedirmi di frequentare l’area della pedana”
Lui mi guarda come se fossi una menomata mentale. Dice: “Quale pedana?” Io cercando vanamente di sembrare incazzata rispondo: “quella pedana. Il palco. Lo spazio sopraelevato: mi hai spinto giù” lui: “Ah, ok scusa. Scusami davvero” Io dico: “ok”
Sta per dire qualcos’altro ma io vado dal mio amico e dico: “Gliele ho suonate: gli ho detto che non ha il diritto di non farmi frequentare la pedana” Il mio amico mi fissa, ed è fisso, come una statua, per lo stupore.

Le torture

Un’altra volta sono andata in un locale dall’aspetto finto medievale: uno di quei posti con le mura, le tavole di legno, tanto spazio. Parlavo coi gestori, e ciascuno diceva una cosa: “potremmo mettere delle danzatrici del ventre medievali” (tra me e me: che cazzo di differenza c’è tra medievale, o moderno o antico, se è del ventre?) “potremmo mettere una ghigliottina” “ la ghigliottina è di epoca moderna” puntualizziamo, “potremmo mettere una gogna” tutti entusiasti , tutti compiaciuti delle loro idee, “potremmo mettere un ponte levatoio”, grida di giubilo,“potremmo mettere dei cavalli” io ad un certo punto “mettete una stanza delle torture”.

Silenzio. L’entusiasmo si spegne,biasimo.

Un dj
U n giorno stavo parlando con un dj di diete. Tipo simpatico, soprattutto perché non sembra badare veramente a ciò che dico, è evidente che ha avuto contatto con casi umani ben più gravi del mio. Quindi mi sento sempre a mio agio. A volte mi fissa con incertezza, ma ho scoperto che è miope e che non mette gli occhiali perché non è più un ragazzino.
Io:Vuoi un pezzo di pizza?”
Lui:“No, non mangio lieviti, mi devo tenere in forma per i pranzi e cene di nozze a cui vado di continuo”
Io:“Ah. Ma stai bevendo una birra”
Lui:“Beh ma è piccola”
“Sì certo” dico “Se ci pensi l’alcol della birra poi è uno zucchero. Tutto quadra:lo zucchero nutre i lieviti. Per quello, quando hai la candida non puoi mangiare zuccheri, cioccolato, alcol. Perché la candida è un lievito.”

La candida.


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