Toledo, Spagna.
Un gruppo di turisti è in visita alla locale Cattedrale.
Tra di loro c’è la giovane turista americana Lisa, che all’improvviso viene colta da malore.
Trasportata in un ospedale, grazie alla premura di Padre Michael, Lisa viene a trovarsi in uno stato alterato della psiche.
Padre Micahel rispedisce la giovane amica di Lisa, Kathy a casa sua, e si occupa personalmente di Lisa.
Ben presto a Padre Michael appare chiaro che quello di Lisa è un caso assolutamente a se stante; la giovane donna, che i medici non riescono a curare, sembra essere posseduta da un’entità malvagia.
Padre Michael scopre così che è il diavolo l’autentico manipolatore della ragazza, apprendendo così quello che è accaduto nel recente passato della donna.
Una notte Lisa si è trovata a soggiornare presso la villa di una nobile e di suo figlio; qui ha assistito ad orrendi delitti rituali commessi dalla donna e dai suoi parenti, consistenti in messe nere, rapporti incestuosi ecc.
Per padre Michael ha inizio così una dura lotta contro il demonio, che per sconfiggere il prete non esita a ricorrere a tutti i mezzi, compresa l’evocazione di un antico amore del prelato.
Padre Michael, per sconfiggere il maligno, dovrà andare a scovarlo dalla sua residenza, stabilita nella villa maledetta della vecchia contessa.
L’ardita sequenza aggiunta, con l’antico amore di Padre Michael evocato dal maligno
La casa dell’esorcismo è un film a cui ha partecipato solo parzialmente Mario Bava, che vide trasformare dal produttore Leoni il suo film di qualche anno prima Lisa e il diavolo in un’opera profondamente diversa dall’originale.
Le cause della celta di produrre un film utilizzando l’impianto narrativo di Lisa e il diavolo oltre all’utilizzo di molta parte del film precedente, aggiungendo la lunga sequenza all’interno dell’ospedale e la conclusione nella villa maledetta sono da ricercare nel successo che stava avendo, a livello mondiale, il film di Friedkin L’esorcista.
Sylva Koscina è Sophia, presente nel primo film ed evocata da Lisa nei suoi ricordi
Il filone demoniaco sembrava attirare masse di spettatori, e il produttore Leoni, che aveva finanziato Lisa e il diavolo, decise di recuperare parte dei soldi spesi proprio per Lisa e il diavolo producendo un film che si riferisse esplicitamente al filone demoniaco.
Il film originale di Bava, pur essendo opera affascinante creata con l’ausilio anche di un cast di notevole valore, non aveva avuto un grande successo, rimanendo confinata nel limbo; nonostante la bravura di Bava, l’utilizzo classico dei colori accesi, l’atmosfera degna di Lovercraft e una trama di sicuro interesse non erano bastati ad assicurare il successo della pellicola.
Elke Sommer in trance
Se in Lisa e il diavolo il percorso organico della giovane turista che si imbatte nel diavolo sotto mentite spoglie di un maggiordomo che traffica in manichini era sembrato lineare, in La casa dell’esorcismo, pur essendoci uno sforzo notevole per assemblare una storia credibile, costruita attorno al trauma vissuto da Lisa nel film precedente, non funziona del tutto.
Lisa ricorda la drammatica avventura nella villa della Contessa
Sono evidenti le due mani distinte nelle regie, e Micky Lion (pseudonimo del produttore Leoni) non ha di certo il senso del ritmo e le capacità di Bava.
Pur avvalendosi delle prestazioni di Lamberto, figlio del grande maestro, Lion costruisce un film che sembra spaccato in due: da una parte il ceppo principale costruito da Bava, dall’altro la parte aggiunta, in cui predomina l’aspetto demoniaco con piccole varianti sexy, rappresentate dall’immagine della vecchia fiamma di Padre Michael che appare nuda al sacerdote per diminuirne le capacità esorcistiche.
Tuttavia il film ha un suo fascino, proprio grazie all’impianto principale; la parte che rievoca gli avvenimenti nella villa della vecchia contessa è solida, e da sola basta a reggere il film, che in fondo ha in aggiunta solo una parte relativa al ricovero e il finale ambientato nella villa, con lo scontro tra il maligno e Padre Michael.
Manca ovviamente tutta l’introduzione di Lisa e il diavolo, con quel piccolo gioiellino che consisteva nell’incontro tra il diavolo, impersonato da un perfetto Telly Savalas e Lisa- Elke Sommer, che ovviamente anche in questo film ha la parte principale.
Sophia e l’autista suo amante (Gabriele Tinti)
La scelta della bella attrice non fu di certo casuale; Elke aveva fatto parte del cast del precedente Gli orrori del castello di Norimberga, opera affascinante del maestro.
Molti critici cinematografici storcono la bocca di fronte a questa operazione, definendola totalmente commerciale; in realtà La casa dell’esorcismo, anche per chi non ha avuto la ventura di vedere Lisa e il diavolo, appare opera dignitosa, pur nei limiti descritti.
La parte girata da Bava ha un fascino sottile, e da sola vale la visione del film.
Difficile definire in qualche modo l’aspetto recitativo, senza fare riferimento proprio a Lisa e il diavolo; il cast è bene assortito, e include l’ottima Alida Valli (la contessa), Alessio Orano, Telly Savalas, Sylva Koscina, autrice di una parte estremamente audace con gabriele Tinti che venne tagliata in fase di montaggio e con non compare in molte edizioni sia cinematografiche che destinate all’home video.
L’unica giudicabile appieno è proprio Elke Sommer, e va detto che la bella attrice è efficace e espressiva; è anche bella, il che non guasta mai.
Discreto Robert Alda, che si aggiunse proprio in questo secondo episodio (sempre a volerlo classificare così) e decisamente affascinante la giovane Carmen Silva, che compare in poche sequenze del film stesso in costume adamitico.
I paralleli con L’esorcista appaiono legittimi ed evidenti; le differenze sostanziali sono solo nelle varie storie che hanno dietro la Regan dell’Esorcista e la Lisa di questo film; il linguaggio usato dal demonio è molto simile, così come le manifestazioni esteriori della presenza del diavolo stesso, che si manifesta con il classico vomito verde.
La novità è rappresentata dal tentativo del maligno di sedurre fisicamente il sacerdote, attraverso l’apparizione di Carmen Silva, che a ben vedere potrebbe dannare anche un santo.
Un film che si può vedere, lontano dalle stroncature di alcuni critici poco avvezzi a certo tipo di operazioni.
La casa dell’esorcismo, un film di Mario Bava. Con Elke Sommer, Sylva Koscina, Telly Savalas, Alessio Orano, Alida Valli, Gabriele Tinti, Robert Alda, Eduardo Fajardo, Spartaco Santoni, Carmen Silva
Horror, durata 92 min. – Italia 1975.
Telly Savalas … Leandro
Elke Sommer … Lisa Reiner
Sylva Koscina … Sophia Lehar
Alessio Orano … Max
Gabriele Tinti … George, l’autista
Kathy Leone … Kathy amica di Lisa
Eduardo Fajardo … Francis Lehar
Franz von Treuberg … Shopkeeper
Espartaco Santoni … Carlo
Alida Valli … Contessa
Robert Alda … Padre Michael
Carmen Silva … Anna
Regia: Mario Bava (solo Lisa e il diavolo) e Micky Lion
Prodotto da José Gutiérrez Maesso e Alfredo Leone
Musiche : Carlo Savina
Le scene tagliate da Mario Bava in Lisa e il diavolo; solo la prima scena è presente anche in La casa dell’esorcismo
“Lisa e il Diavolo nella sua versione rinnegata da Bava perché rimaneggiata dal produttore (Leone) che optò per l’inserimento di scene ispirate dal recente clamore suscitato da L’Esorcista (1973). Ad Elke Sommer spetta la parte della posseduta e su di lei vengono girate sequenze che appaiono -alla luce odierna ancor di più- evidentemente forzate, con inevitabili conseguenze sullo sviluppo narrativo, deviato da immagini shockanti (e ben fatte) ma inutili…
Triste operazione di riassemblaggio, che diventa godibile (poco) solo con spiritaccio goliardico per sghignazzare sul contrasto fra le sequenze aggiunte (girate probabilmente da Lamberto) e quelle originali di papà Mario. Abbastanza terribile, si salva tutto sommato il finale apocalittico (cioè, insomma…)
Ecco come rovinare un ottimo film. L’unica cosa positiva è che il maestro Bava si sia rifiutato di girare questa porcheria, diretta dal produttore Leone in mancanza di meglio. Si danno più risalto alle musiche inquietanti di Carlo Savina, aumenta il sesso e qualche effetto di sangue, ma il livello si abbassa di almeno dieci punti. La trama diventa sconclusionata e contraddittoria. Orrendo.
Curiosa operazione commerciale dai risultati mediocri. Le scene di esorcismo non sono neanche male (notevole la quantità di parolacce, che supera nettamente L’esorcista) però con il film di Bava non c’entrano nulla. Quindi la trama diventa decisamente incomprensbile e così ci si stanca subito.
Decisamente un film brutto, slegato e sconclusionato. La presenza di Bava si legge solo sui titoli, della sua mano resta infatti davvero poco o nulla. L’ntreccio assume spesso connotati buffi se non ridicoli e il tutto scade presto nella noia totale. Sprecato, per l’occasione, Telly Savalas.
Cercare di rendere commerciale Lisa e il diavolo con inserti horror espliciti, ricchi di sesso e oscenità verbali varie, poteva risultare anche vantaggioso per il botteghino, vista l’epoca. Compare una versione strong del precedente film, piuttosto confusa e pasticciata, anche se le scene dell’esorcismo sono abbastanza minacciose e cruente. L’arte del maestro sparisce per far posto all’impatto delle immagini, ma la paura purtroppo è in affanno. Affermare l’errore è giusto, ma nei panni di chi deve far conto del borsellino, si va verso altre affermazioni.
Malsano tentativo di rendere attraente per il pubblico Lisa e il Diavolo, aggiornandolo alla moda dell’Esorcista e inserendo quindi scene nuove con un prete e l’indemoniata. Più o meno come fare sfregi ad un bel quadro sino ad ottenerne brandelli privi di ogni valore e significato. Male, molto male Mickey Lion (certamente molto più Leone che Bava).
Troppo facile riusare le scene del film di Bava per prendersi dei meriti, condendole con soporifere scene d’esorcismo (tanto volgari e blasfeme quanto compiaciute e trash – vedete sotto la “Frase memorabile” per delucidazioni). L’idea non era neanche così tremendamente malvagia, ma il risultato è assolutamente deludente: tanto il sesso facile e trash, zero la tensione, trama quasi inesistente, sangue minimo. E poi non ci capirete nulla se non avete visto Lisa e il diavolo. Ma è davvero così indispensabile completare tale mini-saga?”