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La Casta si raddoppia i finanziamenti

Creato il 11 aprile 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

La Casta si raddoppia i finanziamenti

In un periodo di economia bloccata, di precari e disoccupazione alle stelle, può avere la politica la faccia tosta di chiedere più soldi? Eccome se può perché la vergogna non è di casa a Montecitorio e a Palazzo Madama.

La proposta arriva da Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Democratici di Sinistra, titolare di una fondazione che per anni ha gestito i beni e i simboli della sinistra italiana. Ora fa parte del PD, che in teoria dovrebbe far opposizione, non solo politica ma pure culturale, tagliare gli sprechi, proporre un modello alternativo ai nababbi onnipotenti, predicare una politica meno attaccata ai Palazzi e più ai cittadini, senza privilegi. Se non altro per tradizione.

Come no.  La proposta di Sposetti, intitolata “sulla disciplina e il finanziamento pubblico dei partiti” finisce per raddoppiare i soldi che dallo Stato passano alle formazioni politiche. Ai partiti si affiancherebbero le fondazioni con il compito di curare l’attività culturale e la formazione politica. Quello che fanno ora, ma con foraggio pubblico.

Ma guai a toccare i sacri danari del rimborso elettorale (170 milioni di euro annui) a cui si affiancherebbe, e non sostituirebbe, la spesa per mantenere le fondazioni: 185 milioni di euro. Dei cittadini.

Se la proposta vi pare assurda (o perfettamente logica e favorevolissima, dal punto di vista della Casta), ancora più balzane le giustificazioni:

Non sono troppi soldi?

No che non sono troppi. Perché altrimenti governeranno sempre i partiti dei ricchi e i Berlusconi che li tenete per i prossimi 20 anni.

Ma sbaglio o qualcuno al di là dell’oceano ha dimostrato che si può inscenare una campagna elettorale trionfale solo con le donazioni dei piccoli risparmiatori?

Sposetti dice di aver preso la formula dai regolamenti francesi e tedeschi, però in Italia ci sarebbe quella postilla che è il referendum plebiscitario del ’93 che ha cancellato il finanziamento pubblico dei partiti. Ma, si sa, il parere del popolo, vedi anche il nucleare, non è così vincolante, tant’è che il rimborso se lo pigliano.

I finanziamenti i partiti li ricevono come rimborso per le campagne elettorali e gli altri non arriverebbero ai partiti ma alle fondazioni che sono da queste distinte.

E poi, tanto per gradire, perché non concedere la cuccagna anche ai partitucoli che prendono solo i voti di amici e parenti? È maleducazione. Così ecco una pioggia dorata per chi supera la soglia dell’1%.

La norma ridefinisce i partiti che diventerebbero associazioni vere e proprie, iscritte in pubblici registri, obbligati a rispettare delle regole per garantire la democrazia interna, come le primarie, e avere bilanci trasparenti. Le fondazioni sarebbero entità separate che non possono finanziare i partiti ma solo erogare servizi.

La proposta di legge ha trovato un favore bipartisan (e te pareva?) e vede 56 firmatari: 5 PDL, 1 UDC, un responsabile, un IDV, Luca Barbareschi che è una razza a parte e il resto sono del PD. Complimenti.

Gian Antonio Stella, celeberrimo autore del libro cult La Casta ha commentato il provvedimento su Il Fatto Quotidiano:

Stella, c’è bisogno di dare 185 milioni in più ai partiti?

Oltre a essere esorbitante, questa richiesta arriva in un contesto in cui l’Italia è ferma. Secondo l’Eurostat la nostra occupazione è al 57,5%: ben 7 punti sotto la media dell’Unione europea. Siamo 9 punti sotto il Portogallo, 13 sotto Regno Unito e Germania, 14 sotto l’Austria. E alla gente viene chiesto ogni giorno di fare sacrifici.

E quindi?

Credo che Sposetti non abbia messo in conto la reazione delle persone normali. Chi vede e vive il Paese bloccato, e deve continuamente rinunciare a qualcosa, come può accettare che alla Casta vadano altre centinaia di milioni di euro?

Ma come vengono usati i soldi dei rimborsi?

Lo sa lei?

Una parte mantiene in vita le Fondazioni, in teoria centri di ricerca, in pratica correnti di partito.

Ergo, le fondazioni sono la scusa per procurare nuovi soldi ai partiti.

Per Sposetti, però, senza questi soldi l’opposizione non può competere con l’impero economico del premier.

È davvero convinto, Sposetti, che Berlusconi vinca solo grazie ai suoi soldi? Magari fosse così! Perché allora il magnate Ross Perot ha perso per due volte quando si è candidato alle presidenziali americane? Come mai tanti altri miliardari, in politica, falliscono? E soprattutto, come si spiega che Berlusconi le elezioni le ha anche perse? Nel 1996 e nel 2008 il Cavaliere aveva le stesse televisioni, strapotere, miliardi di euro che ha oggi.

Berlusconi si deve preoccupare se il Pd ha più risorse?
Secondo me questa legge potrebbe passare proprio con i voti del Pdl. Anzi, essendo che il Pdl prende più voti del Pd, incasserebbe pure più rimborsi.

Però, dice Sposetti, se i soldi sono pubblici c’è più trasparenza e democrazia.
Infatti non sono pregiudizialmente contrario al finanziamento pubblico, altrimenti in politica resterebbero solo Berlusconi e Carlo De Benedetti. In tutti i Paesi democratici si aiutano i partiti. Però qui non fanno i conti con la recessione: in Spagna ci sono 575 parlamentari, circa la metà rispetto a noi. Avevano previsto di spendere 136 milioni per il 2009. Appena è arrivata la crisi, alla fine del 2008, hanno tagliato immediatamente i fondi già stanziati fino a 119 milioni. Ecco un segnale di serietà, non come le sforbiciatine italiane.

Il Pd dice che si ispira al “modello tedesco”.

Non è così, anche in Italia vengono dati soldi pure ai gruppi parlamentari e ai parlamenti regionali. Quanto al finanziamento pubblico, il referendum lo ha abolito nel 1993. Errore? Può darsi. Ma i rimborsi elettorali concessi oggi bastano e avanzano. Quello di Sposetti è un discorso penoso.

L’anno scorso erano tutti d’accordo su un taglio dei soldi ai partiti. Cos’è cambiato?

Non credo che questa proposta di legge sia condivisa da tutta l’opposizione. Ho l’impressione che Sposetti si muova per proprio conto, o di quella fetta del Pd che si riconosce nei vecchi Ds, nel giro di Massimo D’Alema, che è il suo referente.

I teorici del partito “pesante”.

Sì, l’opposto del partito “Eta Beta” di Giuliano Amato o di quello leggero che immagina Berlusconi. Sposetti pensa a un partito diffuso sul territorio, pronto a montare gazebo, a organizzare feste, a movimentare la passione politica sul territorio, soprattutto al Nord. Ma queste caratteristiche oggi le ha la Lega, che dubito abbia più risorse economiche del Pd. Però ha i volontari. È ridicolo pensare che il Pd non riesca a coinvolgere militanti quanto il Carroccio perché non ha soldi. Che vuol fare, comprare la passione della gente?

 


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