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La chiave di Sara di Tatiana de Rosnay

Creato il 22 novembre 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

La-chiave-di-Sara-recensione

Ciò che maggiormente colpisce, in questo romanzo, è la capacità dell’autrice di rendere attuali due storie parallele, portando con naturalezza il lettore ad addentrarsi, con sempre nuova emozione, nell’intreccio delle stesse. Un appartamento, situato in un particolare rione di parigi, da vita allo snodarsi delle due storie, pur essendo, le stesse, collocate a sessant’anni di distanza l’una dall’altra. L’autrice riesce a catturare l’attenzione del lettore dando il giusto respiro nel passaggio da un racconto all’altro. Nel primo, la protagonista, julia, è una giornalista coinvolta dal proprio capo a raccogliere notizie relative ad un rastrellamento effettuato dai nazisti nel lontano 1942 e, sorprendentemente, il luogo dove lo stesso è stato operato, la interessa personalmente, dovendo ristrutturare un appartamento proprio in quella via. Poichè è una donna determinata, pur nel turbinio della sua vita privata, persegue sino alla fine il suo obiettivo: trovare la bambina che quel 16 luglio 1942 fu costretta , con la sua famiglia e tante altre, a lasciare con la forza la propria casa, restando per ore ammassate nel Vèlodrome d’Hiver per poi essere deportate ad Auschwitz e gassate. Si, la bambina è Sara, “ebrea” e la chiave( che da il titolo al romanzo) è quella usata per chiudere nel nascondiglio di casa propria il piccolo fratellino di quattro anni nella speranza di salvarlo! L’autrice è riuscita a mitigare il groviglio di sentimenti diversi quali: il romanticismo, l’affettuosità e la simpatia di Julia, con il dolore, la vergogna, la rabbia e l’odio di Sara. Personalmente mi sono sentita come condotta per mano verso gli ultimi capitoli intuendo che quella chiave doveva avere un significato speciale e liberatorio. La chiave di Sara è un inno alla vita, non solo, è un invito a non chiudere lo sguardo su quanto successo in quel lontano 16 luglio 1942 a Parigi. ZAKHOR. AL TICHKAH. RICORDA.NON DIMENTICARE MAI

di A.M.


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