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La chiesa della solitudine di Grazia Deledda

Creato il 03 ottobre 2011 da Soloparolesparse

Di tutte le sfigatissime eroine Deleddiane non c’è dubbio che Maria Concezione de La chiesa della solitudine sia la prima della lista, la più autolesionista, la peggio messa per dirla alla romana (e dire che il titolo del romanzo avrebbe dovuto far venire qualche dubbio al lettore).

La chiesa della solitudine di Grazia Deledda

Maria Concezione vive con la madre nei pressi della chiesa. Reduce da un’operazione per una malattia che non ci è dato conoscere (cancro?) si è convinta di essere condannata a vita breve e per questo chiude ogni rapporto col prossimo.
E dire che di spasimanti ne avrebbe una fila. C’è il figlio scemo della comare, i due nipoti del vecchio Giordano, giovani un po’ meno insistenti di questi…
Tutti probabilmente interessati più che altro alla sua dote, lasciatale dal padre.

E poi naturalmente c’è Aroldo, che invece è interessato a lei in quanto persona, e il cui amore lei ricambierebbe pure… non fosse per la punizione che si è autoinflitta.
Così si continua tra proposte continue di matrimonio, tra amori rinnegati fino all’inevitabile tracollo finale.

La vicenda è triste, non c’è dubbio, ma il romanzo della Deledda è ancora una volta notevole, possente.
Il premio Nobel è in grado di tracciare dei personaggi fortemente caratterizzati, netti, evidenti nelle loro debolezze e nelle loro convinzioni.
E come sempre al centro ci sono le donne.
Sono loro i personaggi forti, quelli centrali.
Concezione, per quanto autolesionista, è comunque inamovibile, per anni, dalle sue posizioni.
La madre è il porto sicuro che la sostiene sempre.
Poi c’è Maria Giuseppa, che governa il figlio.
E come sempre gli uomini sono deboli e incapaci di imporsi.
Da Aroldo, allo scemo del villaggio, ai due nipoti di Giordano (che si impone perchè è vacchio).
L’unico capace di un suo pensiero razionale è il prete Serafino… che infatti finisce male.

Con questo ho concluso il mammuttone Newton con i dieci romanzi dell’autrice. Potete leggere le altre recensioni seguendo il tag Grazia Deledda.


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