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E di un luogo, di una situazione il primo ricordo nel tempo, talvolta finisce con il coincidere con un odore: un richiamo olfattivo che a cascata genera altri ricordi.
Questo giocare della chimica dentro e fuori di noi fa parte della "ricetta della festa": la preparazione, l'attesa, i piccoli segni, il piacere di stare insieme. Chimica che genera altra chimica in un circolo virtuoso.
Coi bambini dovrebbe essere così, senza innescare troppe attese perchè le attese spesso vengono deluse, non avere aspettative troppo alte, non prendere come riferimento per la festa modelli inavicinabili, come quelli ispirati dalla pubblicità o dalle vetrine dei negozi. Dovremmo essere in grado di gestire modelli alla nostra portata: solo così il sogno della festa, se proprio un sogno dev'essere, si può realizzare.
E quale festa tramanda più ricordi se non quella celebrata in questo periodo di Dicembre? I cibi, gli oggetti, gli abiti, le persone stesse, le cerimonie: esperienze olfattive che imprimeranno il loro marchio indelebile fino alla vecchiaia.
E per me ad esempio sono l'odore dell'arrosto di agnellino, della coratella arrosto, farcita di salsicce e pancetta con lardellatura finale, dei ravioli di ricotta e zafferano, la lievitazione dei dolci. Odore di frutta secca, di mandorle tostate, di noci. Odore di latte, caffè e panettone per colazione.
Ancora l'odore del fuoco coi ceppi di leccio, di filirea, di corbezzolo, scoppiettante al mattino e quello della cenere durante la notte, quando mio fratello più piccolo ci chiamava a raccolta per stare svegli e aspettare di nascosto l'arrivo di Gesù Bambino. Fino a quando la stanchezza, il sonno e il freddo notturno prendevano il sopravvento e si tornava sotto le calde coperte. Infine il risveglio con il solito commento a sottolineare l'arrivo tardivo, quasi all'albeggiare, di Gesù Bambino.
E tutti gli odori nel tempo imprimono il ricordo segnando e insegnando qualcosa, perché un odore è principalmente un insegnamento della vita, una marcatura del passaggio delle umane vicende, la sottolineatura delle nostre azioni e più ancora delle emozioni, dei momenti tristi e dei momenti felici. Questa chimica così presente e impalpabile si può provare a cercarla consapevolemente, l'odore delle paste lievitate naturalmente ad esempio, come questi semplici panini al latte, zafferano e cioccolato, da preparare con i bambini e mangiare caldi a colazione la mattina di Natale.
Panini dolci al latte, zafferano e gocce di cioccolato
Tempo di preparazione un giorno e mezzo circa, regolandosi con la lievitazione.
Per una dozzina di panini occorrono: 300 grammi di farina bianca,
60 grammi di zucchero, 50 grammi di burro, 25 grammi di lievito di birra, zafferano in polvere, un uovo intero, una presa di sale, latte, gocce di cioccolato.
Mettere nell'impastatrice tutti gli ingredienti, eccetto il lievito e le gocce di cioccolato. Prelevate una parte di latte che avrete preventivamente intiepidito, fateci sciogliere il lievito e versatelo nella farina. Impastare aggiungendo il restante latte a poco a poco, ottenere una palla molto morbida, se è appiccicosa infarinare le mani per prelevarla, coprire e mettere a lievitare in ambiente caldo. Aspettare che si gonfi, impiegherà un bel po' di tempo, girare l'impasto lavorandolo con le mani. Mettere ancora a lievitare, quando sarà di nuovo gonfio lavorarlo, aggiungendo le gocce di cioccolato e fare delle palline, disporle nella teglia che userete per infornare, foderata di carta forno e far lievitare ancora. Dopo circa due o tre ore saranno gonfie e solo allora infornare per mezz'ora circa a duecento gradi.
Cose belle per Natale: questa bella raccolta di alberi di Natale dalla rete da Placida Signora e l'albero di Pupazze di Gaia © Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.
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