2012, Brigate Ansar al-Shariah Bengasi
[...]Qualsiasi analisi del conflitto in corso in Libia, e in particolare a Bengasi, deve tener conto del ruolo dei servizi d’intelligence degli Stati Uniti (e di altre nazioni’) che sono profondamente coinvolti fin dall’inizio. In particolare, esaminando la natura dei combattimenti, Bengasi deve essere intesa sia come una [ turf war ] guerra tra gang che come uno scontro ideologico.
Da un lato, si tratta di un confronto per il controllo della città più importante del paese, dopo la capitale Tripoli. Dall’altro, è una lotta vitale per il futuro della Libia. La fazione del generale Khalifa Hiftar immagina una Libia prevalentemente laica aperta a finanzieri occidentali, speculatori e multinazionali. Ansar al-Sharia e gli altri gruppi terroristici vedono in Libia gli elementi costitutivi di uno Stato islamico (*nota 1) per imporre la sharia. In agguato sullo sfondo, sopra e dietro a tutti i principali attori del conflitto, ci sono la CIA e l’agenda geopolitica degli Stati Uniti. E così la guerra continua; la fine non s’intravede.
continua a leggere con il traduttore Google l’analisi di Eric Draitser, giornalista indipendente
*nota 1
Jihadisti ISIS
Di oggi la notizia che in Iraq la città di Mosul e l’intera provincia di Ninive sono sotto il controllo dell’ ISIS, acronimo del gruppo terroristico Stato Islamico dell’Iraq e Grande Siria. L’Isis si è formato durante la seconda guerra in Iraq alleandosi temporaneamente con AlQaeda nel 2004, combatte tuttora sia in Siria sia in Iraq dove si rafforza e il suo obiettivo è il medesimo di Ansar Al Sharia in Libia – responsabile dell’uccisione dell’Ambasciatore americano Chris Stevens – e tale obiettivo è la fondazione di un califfato islamico.
Solo superficialmente è questione d’imporre regole di condotta secondo la morale e la prassi di 1500 anni fa, in realtà si tratta di una generica rivolta anti-Occidente che le stesse lobby occidentali delle armi hanno interesse a che sia portata avanti più a lungo possibile. Si assiste a una catena ininterrotta di uccisioni e raramente l’opinione pubblica pensa alla distruzione psicologica, all’arretramento culturale ed economico che vengono imposti alle popolazioni; non si comprende ancora se anche questo sia un obiettivo dentro un disegno geopolitico più ampio.
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[...]Any analysis of the current conflict in Libya, and specifically in Benghazi, must take into account the role of the US (and other nations’) intelligence agencies that have been deeply involved from the very beginning. In particular, in examining the nature of the fighting, Benghazi must be understood as both a turf war, and an ideological struggle.
On the one hand, it is a competition for control over the most important city in the country with the exception of the capital in Tripoli. On the other hand, it is an existential struggle for the future of Libya. Hifter and his faction envision a mostly secular Libya open to Western financiers, speculators, and corporations. Ansar al-Sharia and the other terror groups see in Libya the building blocks of an Islamic state to be governed by sharia. And, lurking in the background, above and behind all the principal actors in the conflict, is the CIA and the US geopolitical agenda. And so the war continues; no end in sight.