questi primi di settembre sono coincisi con una sequenza impressionante di impegni e di eccezionale surplus lavorativo, tanto da non riuscire a trovare il tempo materiale per sedermi comodamente al pc e scrivere almeno un po’ aggiornare il blog e dedicarmi alla scrittura. a dire il vero non ho avuto tempo nemmeno per me stessa, basti pensare al mio pranzo volante di martedì scorso – un toast inghiottito in fretta e furia prima della fisioterapia. non vedo l’ora che finisca questa settimana in modo da archiviare definitivamente tutti i momenti di stress che sono capitati in una sequenza a dir poco allucinante. allora, da cosa vogliamo iniziare?
la conquista del vasino.
davvero, non credevo fosse così faticoso convincere un soldo di cacio di due anni e mezzo a farla dentro al vasino. ho messo in moto tutto il mio ingegno ancora a disposizione (ma si tratta di saldi di fine stagione!), ho provato i vari metodi, letti soprattutto in rete, sono stata accattivante, arguta, comprensiva, perentoria, gentile e carezzevole. insomma ho dato fondo a tutte le tecniche in mio possesso di compiacimento e/o convincimento del pupo. ho passato buone mezzore seduta accanto a lui in attesa dell’espletamento delle sue funzioni fisiologiche constatando con mano quanto fosse ostinato il parere contrario di mio figlio nell’utilizzare quel colorato oggetto di plastica che adesso troneggia al centro della stanza. a dir poco sfiancante! per un paio di giorni siamo andati avanti così: erano più le pipì in fuorigioco che quelle in cui veniva centrato il bersaglio. anzi diciamo che per i primi giorni, il pavimento di casa è stato letteralmente inondato. poi, la perseveranza ha dato finalemente i suoi frutti. cum magnum gaudium l’altro ieri ho annunciato urbi et orbi la sua prima plin plin nel vasino: applausi a scena aperta, chicco trionfante come non mai, telefonate a tutta la famiglia… ma è stato un breve istante. ieri siamo ripiombati nel tunnel della pipì a terra. anzi per la precisione, pipì negli angoli, fuori al balcone, dietro le porte e persino sotto al tavolo. è stata una giornata tremenda. la casa però, posso assicurarlo, era alla fine della giornata tutta uno splendore, i pavimenti tirati a lucido con massicce dosi di disinfettante al fresco profumo di brezza azzurrina. stamane mi sono dunque riproposta di bissare il successo di due giorni addietro e con santa pazienza, ho di nuovo inculcato nel pargolo l’abc del vasino. e chissà forse la fortuna della mamma principiante mi ha di nuovo arriso, ma posso affermare stavolta che nemmeno una goccia oggi ha sfiorato il pavimento! incredibile come ci si senta realizzate dopo una vittoria di questo genere! realizzate e pure orgogliose di se stesse! significa che non sono poi così tanto imbranata come mamma…
momento di regressione?
tuttavia nonostante il trionfalismo di cui sopra, c’è il roveescio della medaglia da segnalare, ovvero la fase di regressione infantile. non lo credevo possibile, ma in realtà succede e me lo ha confermato anche il pediatra. e sta succedendo proprio questo, chicco si sveglia di nuovo nel cuore della notte e chiede il biberon. alle due, alle tre, alle quattro. l’orario è estremamente variabile. invece le occhiaie il giorno dopo sono sempre le stesse. in questo caso secondo le varie scuole di pensiero interpellate sul da farsi, l’unica opzione è quella di fare il cuore duro e restare impassibili come statue di marmo : quindi anche se piange non dargli nemmeno una goccia di latte. però a me pare una crudeltà bella e buona farlo piangere fino ai singhiozzi nel cuore della notte, oltretutto rischiando di svegliare l’intero palazzo. al momento vince il biberon notturno, a scapito dei saggi consigli.
a tutto ciò si aggiunge in ordine sparso: dispetti a go-go, della serie una ne pensa e cento ne fa. nemmeno finisco di sgridarlo che subito ne combina un’altra. è ritornata la fase dell’inappetenza e il fatto mi destabilizza non poco. passare un’intera mattinata a cucinare e poi vedere che riufiuta il cibo preparato sinceramente dà sui nervi! poi vabbè, ne sono capitate talmente tante in questi giorni che riassumo solo le principali: il mio portatile ha finalmente fatto ritorno a casa, ma la diagnosi è purtroppo infausta, e non resta che rottamarlo; anche la lavatrice stava per abbandonarci (panico!), ma per fortuna è stata riparata; mamma non è stata bene, ha avuto la febbre e ancora adesso è in convalescenza.
la ciliegina sulla torta.
e poi, dulcis in fundo, mi preme raccontare della mia disavventura casalinga. oggi pomeriggio ho fatto uno di quei capitomboli in casa da guinnes dei primati. la dinamica dell’accaduto è tuttora ancora poco chiara persino a me stessa. ricordo solo che sono andata in cucina per rispondere al telefono e per controllare il sugo e nell’andare non mi sono accorto che il pavimento era stato appena lavato e patatrac! mi sono ritrovata stesa a terra, come un sacco di patate. per fortuna non ero sola, c’era mia madre che subito mi ha soccorsa. anche se il rumore della mia scatola cranica sul cotto della cucina è stato abbastanza impressionante, non ho avuto bisogno dell’ospedale, solo qualche livido sparso sulle ginocchia e un bel bernoccolo sulla testa. tuttavia ho avuto bisogno del portiere del palazzo perchè nonostante tutta la buona volontà di questo mondo, non riuscivo a recuperare la stazione eretta soltanto con l’aiuto di mia madre.
e questa è la summa molto stringata degli eventi di questi ultimi giorni. per la serie…non mi faccio mancare proprio niente. spero vivissamente che il prossimo fine settimana sia meno turbolento! e che trovi il tempo per scrivere e occuparmi di tutto quello che ho di arretrato!
(immagine presa da qua)