La cinquième saison. Film di Peter Brosens, Jessica Woodworth. Recensione di Alessandra Montesanto per MAE Milano Arte Expo. – Quando un film è un’opera d’arte che dialoga con altre forme artistiche: questo è il caso de La cinquiéme saison - regia di Peter Brosens e Jessica Woodworth – presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2012. La storia si svolge in una piccola comunità rurale, nelle Ardennes, tra case di pietra, campi arati e fattorie e segue il ritmo della vita e delle stagioni, o così dovrebbe essere. In inverno Alice e Thomas sono due adolescenti innamorati; lo straniero e suo figlio sulla sedia a rotelle sono ben accolti dagli altri abitanti; cade la neve; ma il grande falò che dovrebbe segnare la fine della stagione fredda non si accende. In primavera le api muoiono; i raccolti non crescono; le mucche non producono latte e una persona muore. In estate esplode la violenza contro lo straniero, il diverso; un uomo su un carretto distribuisce fiori di plastica e una donna, disillusa, decide di scappare. In autunno i due ragazzi innamorati si lasciano; dilaga la miseria e la solidarietà si trasforma in odio.
La “quinta stagione” è proprio quella in cui i colori svaniscono per lasciare spazio ad una grigio monocromia che è quella di un mondo in cui le anime sono diventate sterili, senza più umanità.
Il racconto è un racconto visivo. I personaggi si mettono in posa per creare dei tableau vivant: pochi gesti e poche parole. I primi piani si alternano a piani totali. Le inquadrature – dalle scenografie scarne soprattutto per gli interni – si bloccano all’improvviso, ma nel loro scorrere, danno forma ad una trama surreale e realista, allo stesso tempo, in cui l’Uomo tradisce la Natura (meravigliosa) e perde la razionalità.La sceneggiatura prende in considerazione temi cari ai registi Peter Brosens e Jessica Woodworth – già affrontati nei film precedenti, in Khadak e in Altipiano – soprattutto l’arroganza dell’essere umano nei confronti dell’ambiente (l’uso eccessivo di fertilizzanti, il saccheggio delle risorse e delle materie prime) che ha o avrà come conseguenza la barbarie, la mancanza di rispetto di tutti verso tutti.
Il film è bello e spiazzante proprio perchè non ricorre ai canoni narrativi classici: gli autori hanno lavorato sulla categoria di spazio, come attenti architetti, e su quella di tempo, dilatandolo lentamente all’interno delle immagini e delle scene.
Hanno arricchito la visione con immagini simboliche, ricordando la tradizione del cinema ceco di Marketa Lazarovà o la rarefazione di Theo Angelopuolos così come l’inquadratura finale degli struzzi rimanda alla critica feroce contro la borghesia di Bunuel. Hanno impreziosito,poi, la composizione estetica con numerosi omaggi pittorici: lo spettatore può provare, infatti, l’emozione di un dipinto di Bruegel o di Djurovic.E infine: la musica. Come in una narrazione circolare, il film inizia e termina con le note di Johann Sebastian Bach – anche se non mancano accenni a Nick Cave – per creare un’atmosfera poetica e desolante, dolente e feroce. Solo il giovane Thomas, infatti, deciderà di farsi carico del ragazzino disabile e di incamminarsi vero un altrove, un altrove che sa di speranza.
Alessandra Montesanto
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La cinquième saison (La quinta stagione)
Un film di Peter Brosens, Jessica Woodworth.
Con Sam Louwyck, Aurélia Poirier, Django Schrevens, Gill Vancompernolle
Drammatico – durata 93 min. – Belgio 2012
MAE Milano Arte Expo consiglia la visione del video – Conferenza stampa e photocall di La cinquième saison di Jessica Woodworth e Peter Brosens sulle pagine della 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: LINKDichiarazione sul film La cinquiéme saison di Peter Brosens e Jessica Woodworth, registi. (da La Biennale di Venezia Mostra del Cinema 2012 on line: LINK)
Che cosa accadrebbe se non giungesse la primavera? Dopo aver girato Khadak in Mongolia e Altiplano in Perù, era imperativo concludere la nostra trilogia in Belgio, luogo in cui viviamo.
In La cinquième saison la natura prende il sopravvento nella protesta contro l’arroganza umana: non fa niente, non dà niente, nega fertilità alla terra e in questo modo provoca la rapida implosione di un’intera comunità. Al disastro si sottraggono soltanto poche anime che se ne fuggono. Il loro destino è ignoto.
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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia Alessandra Montesanto per la recensione del film La cinquiéme saison di Peter Brosens e Jessica Woodworth.
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