(Fonte foto: http://www.panoramio.com/photo/68338615)
Lungo la strada statale 93 che unisce Barletta a Canosa, in località ponte della Lama, sono visibili i resti archeologici di quella che a partire dal II al VI secolo dopo cristo fu una necropoli. Il sito si caratterizza per la presenza di resti di edifici e manufatti in pietra, come la basilica di Santa Sofia (databile tra il V ed il VI secolo), a pianta rettangolare e con un abside semicircolare.
L’archeologo Giuliano Volpe in Contadini, pastori e mercanti nell’Apulia tardoantica ci dice che, sulla base di alcune ipotesi relative alla cronologia dell’edificio (la presenza di una “seconda fase longobarda”), quest’ultimo è stato ritenuto da alcuni studiosi il luogo di sepoltura di San Sabino (vescovo della città di Canosa tra il V ed VI secolo), le cui reliquie furono trafugate e portate a Bari. Il dato tuttavia, come lo stesso Volpe afferma nel suo saggio, non è ancora confermato da ricerche archeologiche sul campo e appare improbabile a causa dell’abbandono del sito nel VI secolo.
In questa “città dei morti” (per riprendere un’espressione usata dallo stesso Volpe nel sopracitato saggio), è inoltre situata una catacomba: una galleria le cui pareti sono caratterizzate dalla presenza di cubicoli e arcosoli. La ricerca archeologica ha riportato alla luce nella catacomba delle iscrizioni risalenti allo stesso periodo della vicina basilica di Santa Sofia (V-VI sec. d.c.).