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La città incantata: l’Italia ripropone il capolavoro di Miyazaki

Creato il 18 giugno 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il giudizio di Rosa Maiuccaro

Summary:

Tornerà per tre giorni sul grande schermo il trascurato (almeno in Italia) capolavoro del maestro delle anime giapponesi Miyazaki, che lo scorso anno annunciò il ritiro proprio alla Mostra del Cinema di Venezia. Una fiaba geniale che continua a colpire nel segno per la sua originalità e per la visionarietà del maestro del cinema giapponese. La piccola Chihiro non sopporta l’idea di traslocare e dire addio a tutti i suoi amici ma è succube della decisione dei genitori. Durante il viaggio verso la nuova casa, il padre imbocca una strada serrata che termina davanti un tunnel misterioso. Nonostante i capricci di Chihiro, più interessata ad un parco divertimenti abbandonato, i genitori sceglieranno di attraversarlo. Al di là dell’inquietante passaggio, troveranno una città incantata popolata da spiriti, dove i genitori della bambina vengono trasformati in maiali dalla potente maga Yubaba. Questo episodio segnerà l’inizio di un’avventura straordinaria. La piccola protagonista deciderà così di rimanere nel regno fatato per tentare di liberarli, affrontando numerose prove lungo un percorso che condividerà con altri magnifici personaggi.

La complessità narrativa insieme allo spessore degli effetti visuali rendono La città incantata un film quasi più adatto ad un pubblico adulto nonostante il regista abbia più volte dichiarato di avere un target di bambine sui 10 anni. Miyazaki costruisce il suo mondo di fantasia con un’attenzione meticolosa messa al servizio di una creatività senza limiti. Potremmo discutere per ore sulla valenza della storia ed il suo sotto testo ma nessuna delle nostre interpretazioni potrebbe essere sufficiente a spiegare il favoloso universo di Miyazaki, popolato da un numero di personaggi impareggiabile e raffinatamente tratteggiati.

La città incantata

La piccola Chihiro, ad esempio, non può certo essere paragonata alla solita simpatica e dolce protagonista dei film d’animazione a cui siamo abituati. Tanto da non incontrare i favori di molti critici che l’hanno descritta negli anni come insopportabilmente scontrosa, impaziente e capricciosa. In un film d’animazione americano non avremmo mai potuto assistere a dei genitori talmente sconsiderati da spaventare la propria figlia. Ecco come la pensa Miyazaki: “In America sono troppo preoccupati di non annoiare il pubblico come se rendere l’azione frenetica per più della metà del film possa assicurare l’attenzione dei giovani telespettatori. Quello su cui da sempre siamo concentrati io e la mia troupe è seguire invece le emozioni dei bambini. Se riusciamo a suscitare in loro gioia e a catalizzare la loro curiosità, allora non è necessario puntare sulla violenza o sull’azione per tutta la durata del film.”

Il film fu realizzato con un budget sostanzioso pari a circa 16 milioni di euro, che gli garantì un’altissima qualità tecnica, tipica dello Studio Ghibli. La città incantata è notoriamente riconosciuto come il capolavoro del cineasta giapponese nonché uno dei migliori film d’animazione di tutti i tempi e ha riscosso un successo straordinario nel mondo, aggiudicandosi numerosi e prestigiosi premi come l’Orso d’oro alla Berlinale nel 2002 e l’Oscar come miglior film d’animazione nel 2003. In Giappone La Città Incantata ha incassato perfino più di Titanic. La pellicola non ha avuto le stessi sorti in Italia dove, trascurata dalle case di distribuzione nostrane, uscì il 18 aprile 2003, ben due anni dopo la prima proiezione giapponese. Lucky Red ha però deciso di rendervi giustizia, riportandolo nelle sale dal 25 al 27 giugno 2014.

Di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net


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