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LA CITTÀ INVISIBILE (7) - Il Cardinale Ricarlieu e i mercanti nel tempio…

Da Ciro_pastore

LA CITTÀ INVISIBILE (7) - Il Cardinale Ricarlieu e i mercanti nel tempio… LA CITTÀ INVISIBILE (7) Il Cardinale Ricarlieu e i mercanti nel tempio…
Datemi sei righe scritte dal più onesto degli uomini, e vi troverò una qualche cosa sufficiente a farlo impiccare. Cardinale Richelieu
A Diarcopolis, nonostante l’imperante diarchia, era in forte ascesa un burocrate che emergeva sugli altri per sagacia, intraprendenza e scaltrezza. Proprio per questi motivi tutti a Palazzo Versoil avevano cominciato a temere il Cardinale Ricarlieu: un uomo dalle dimensioni fisiche minute e dalla apparente affabilità contrassegnata da un perenne sorriso quasi fanciullesco. Il Cardinale Ricarlieu, pur di umili origini e partendo dai bassifondi della gerarchia ecclesiastica, era riuscito a conquistarsi la fiducia e il rispetto di tutti i suoi capi, finendo per “conquistare” anche la incondizionata fiducia della Principessa Valentina. Essere diventato il consigliere preferito della Principessa, però, non gli aveva impedito di conservare rapporti improntati a sana cordialità e serena collaborazione anche con Re Polonio che ne apprezzava la sagacia e la volontà indefessa, pur intuendo che egli fosse entrato nelle grazie dell’altro diarca.
Il Cardinale, infatti, non si era mai apertamente schierato con nessuno dei potenti con cui fino ad allora, a vari livelli, aveva collaborato. Il suo ruolo era andato via via imponendosi, in parte a causa della sua intelligenza e, in parte, per la sua dote migliore: l’affidabilità.
A Palazzo Versoil, come in tutti  i palazzi del potere in cui aveva operato, molti avevano così cominciato a rispettarlo, alcuni poi addirittura lo temevano. Era diventato, oramai, la vera e propria eminenza grigia di Palazzo Versoil. Non che si potesse definirlo ufficialmente il “numero tre” della scala gerarchica di Diarcopolis, perché in fondo restava solo un alto burocrate al pari degli altri suoi colleghi. Ma tutti a Palazzo sapevano che il Cardinale era assurto al rango di “primus inter pares”. I suoi colleghi, peraltro, avevano finito per accettare questo stato di cose, convinti che opporsi apertamente a tale strabordante potere reale poteva essere un errore ferale per chiunque avesse osato sfidarlo apertamente.
Ufficialmente il Cardinale Ricarlieu si occupava di regolamentare i rapporti con i mercanti che fornivano le varie mercanzie indispensabil alla proficua sopravvivenza di Diarcopolis. A questa importantissima funzione aggiungeva, seppure in maniera ufficiosa, anche la supervisione di qualsiasi affare giuridico coinvolgesse il Regno di Diarcopolis.
Come anche il lettore più superficiale ed ignaro comprenderà, ricoprire contemporaneamente queste, importantissime e delicatissime, funzioni aveva contribuito a fare del Cardinale Ricarlieu il vero centro di potere di Palazzo Versoil. Certo, Re Polonio e la Principessa Valentina erano i pur sempre i potentissimi e rispettati diarchi ed, infatti, il Cardinale, in ogni occasione pubblica, non mancava di accondiscendere ossequiosamente ad ogni loro ordine o direttiva. Nelle segrete stanze, però, i suoi consigli erano ascoltati con rispetto e considerazione, soprattutto da parte della Principessa Valentina, la quale, infatti, accettava con regale accondiscendenza gli scaltri consigli del Cardinale.
Nonostante il suo potere fosse sempre più in espansione, il Cardinale, però, non dava mai l’impressione di abusarne, né verso i suoi colleghi burocrati né, soprattutto, nei confronti dei due diarchi, per cui nutriva un rispetto formale ai limiti della deferenza. Come altri uomini che nella storia avevano ricoperto il suo stesso ruolo di “eminenza grigia”, il Cardinale aveva buona cura di non crearsi nemici inutili. Era diventato abilissimo, nonostante facesse costantemente piccoli passi verso il potere assoluto, a destreggiarsi fra le invidie e le vendette di Palazzo. La sua abilità consisteva nel tessere piccole ed invisibili ragnatele, nelle quali far cadere, uno alla volta, tutti i suoi possibili avversari. Non si era mai messo nella condizione di far nascere improvvide coalizioni di colleghi che potessero danneggiare i suoi piani di scalata, lenta ma inesorabile, verso il raggiungimento del potere assoluto nelle mura di Palazzo Versoil. Era stata questa la sua strategia vincente: puntare a piccoli ma costanti progressi, piuttosto che a scalate troppo rapide ma, per forza di cose, rischiose. Aveva saputo, così, consolidare inattaccabili fondamenta su cui aveva finito per costruire un potere nascosto, ma proprio per questo motivo, inattaccabile.
Mercanti, burocrati e perfino capi Sindacans, facevano oramai rispettosissima anticamera in attesa di essere ricevuti per risolvere le questioni che stavano loro a cuore. Così come si ampliavano gli uffici, così l suo potere cresceva di pari passo. A ciascun “questuante”, il Cardinale Ricarlieu sapeva dare ascolto e, soprattutto, trovava la soluzione vantaggiosa ai problemi che li angustiavano. La stessa Principessa Valentina si serviva frequentemente dei suoi validi consigli per dipanare le intricate matasse che la tapina era, spesso, costretta a sbrogliare.
Così, giorno dopo giorno, il potere del Cardinale Ricarlieu cresceva e si consolidava. Era tanta la considerazione di cui godeva che, a Palazzo Versoil, i maligni favoleggiavano anche di una sua presunta portentosa capacità di seduzione che aveva finito per sfondare il muro di riservatezza di molte dame di corte. Ovviamente, si trattava di voci fatte circolare ad arte da qualche suo temerario nemico. L’abito talare, ma soprattutto, il suo “amore” esclusivo per il potere, gli impedivano, infatti, di coltivare qualsivoglia impegno mondano. Ma tant’è, si sa, i nemici sono invidiosi e provavano, in ogni modo, a macchiare il candido ed irreprensibile passato di quel grande uomo. Il Cardinale, da parte sua, sapeva bene come inesorabilmente vendicarsi di chiunque osava frapporsi sulla sua strada…
https://www.youtube.com/watch?v=etgmjoz-yG4
 (continua?)
Il Signore degli Agnelli

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