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La classe – la recensione di Sandro

Creato il 19 maggio 2010 da Soloparolesparse

Continuo con piacere a pubblicare le vostre recensioni.
Questa volta è ancora Sandro a raccontarci La classe di Laurent Cantet, e vi anticipo che non ne è rimasto troppo colpito.
Se anche tu vuoi inviarmi una recensione da pubblicare, scopri come fare.

La classe – la recensione di Sandro

Il film è la cronistoria/documentario di un anno scolastico che descrive le problematiche, gli eventi e le lotte di una scuola multirazziale francese. Una scuola assolutamente definibile come normale: nessuna situazione estrema, nessun professore eroe, nessuno psicodramma allucinante.  Il film risulta essere più che banale, molto poco scorrevole e a tratti noioso: 128 minuti passati molti dei quali a chiedersi quando finirà, e potrete immaginarlo col procedere dell’anno scolastico perché ve lo faranno ripercorrere tutto senza tralasciare proprio nulla.

Beninteso l’idea di partenza è buona, ma sviluppata in un modo non sempre ortodosso: in molte scene non c’è ritmo, si guarda l’orologio e ciò non va bene. La dialettica professore/alunno, invece, rende anche l’idea di ciò che si vuole comunicare, sono dialoghi ben fatti, realistici e meritevoli, ma la volontaria intenzione di protrarre il film per oltre due ore è controproducente: si vuole comunicare il senso di assedio dei ragazzi prigionieri del loro ambiente, ma comunicando anche l’assedio del film al pubblico.

La nozione di eventi salienti di un anno scolastico del regista forse risulta essere diversa dalla mia, anche se apprezzo molto che il protagonista sia l’autore del romanzo da cui è tratto il film e un professore: questo rende realistico sotto questo profilo il film.

Insomma se avessero tagliato il film di una mezz’oretta ne avrebbero guadagnato in attenzione complessiva dello spettatore, e chissà anche qualche premio in più.


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