Magazine Maternità

La conchiglia di casimira

Da Nina
Lo ricordo come se fosse ieri, il nostro scambio di email:

Ciao Nina, come stai? hai iniziato a bucarti? :D

Qui... si sta come d'autunno sugli alberi le foglie... aspetto e non è facile, per niente.
Il 18 sembra lontanissimo... e mi fa anche paura.
E poi il 18 ottobre arriva e anche la sua mail, puntuale:

Mi sembra incredibile scriverti... eppure... ce l'ho fatta!!!!! ICSI con successo... 249 le beta... DEVONO aumentare

DEVONO
In becco alla cicogna Nina... si ferma il cuore per l'emozione
La gioia, la speranza che si impenna, diosolosa come avessi bisogno di quelle parole in quei giorni.
Sei giorni dopo cominciava la mia di avventura, la prima puntura e poi il viaggio che mi ha portato fino a qui.
Condiviso con lei, con voi. E l'attesa, qualunque attesa, si fa più dolce e sostenibile.
Oggi ve la presento, la sua storia d'amore.
LA CONCHIGLIA DI CASIMIRA
LA CONCHIGLIA DI CASIMIRA
LA CONCHIGLIA DI CASIMIRA
Illustrazione di Francesca Ballarini * La prima volta che ho pensato di essere incinta avevo 20 anni e il momento era quello sbagliato stavo studiando e lui aveva appena iniziato a lavorare... come avremmo fatto? giorni su giorni a pensarci... poi un giorno, mentre camminavo per strada, ho capito che l'avrei tenuto, non sarei stata capace di buttarlo via e così sogni su sogni progetti su progetti... ovviamente non ero incinta, e ora, tanti anni dopo, mi sento davvero stupida a pensare che potesse bastasse un pò di petting spinto ma cresciamo con lo spauracchio di essere teen mom e la paura fa 90 però quel giorno ho capito che volevo avere dei bambini... il desiderio ha iniziato a maturare e mordevo il freno attendendo che il momento fosse quello giusto. Sono passati gli anni e ci siamo sposati, io sono della Vergine, sono geneticamente portata a programmare, programmavo le cose a 9 anni! Per i miei programmi ero già in ritardo di un anno... mi sono sposata a 26 anni... io avrei voluto a 25 se non a 24... bhe i tempi son cambiati, non fa niente, adesso facciamo un anno i bravi, così saldiamo qualche debito e poi facciamo un bambino. perfetto. Passa l'anno e iniziamo la ricerca... la prima volta senza precauzioni... che emozione... che DUE ALLOCCHI!!! convinti che bastasse fare l'amore per fare un figlio... del resto tutti i nostri amici ce l'avevano fatta così... a volte addirittura al primo tentativo... siamo la coppia più antica del nostro giro di conoscenze, ci sono coppie che neppure si conoscevano quando noi eravamo già insieme... ma noi ci siamo sposati dopo tutti gli altri e ora tanti degli altri hanno figli...tocca a noi finalmente. Passa un anno e non cambia niente all'inizio non do peso alla cosa... mica è detto che tutte riescono al primo tentativo però verso il sesto mese inizio a crollare... da lì in poi il ciclo diventa la SCONFITTA. Che amarezza... quante lacrime... e nel frattempo i conoscenti che tirano sempre fuori la maledetta domanda e le maledette battutine... ogni volta un pugno nella pancia, una coltellata al cuore e tutti a dire che "se non ci pensi arriva" ma come si fa a non pensarci? chi non ci passa non sa cosa si prova...  diventa difficile gioire della gravidanza di un'amica (magari la seconda! e neppure conosceva il marito quando io già stavo con il mio!), diventa impossibile passare nei reparti dedicati ai neonati, toccare una tutina, un ciuccio. Passano ancora i mesi... io sono una persona pragmatica, se c'è un problema si risolve, ho detto che voglio dei figli, minimo due, ma magari anche quattro (i numeri dispari mi destabilizzano) e ho sbattuto il muso contro l'evidenza: posso programmare qualsiasi cosa della mia vita ma la variabile figlio non dipende da me... la lezione più amara che ci sia. Parlo con il mio medico e mi faccio fare l'impegnativa per andare in un centro di fertilità  diagnosi sull'impegnativa "sterilità di coppia". Ho pianto tutta notte. Andiamo alla clinica... esami su esami... io contenta perchè finalmente ci stiamo muovendo arrivano gli esiti e sono abbastanza buoni tutti sommato i medici chiedono un altro anno di sesso irresponsabile, ce ne concediamo uno e mezzo prima di tornare alla clinica, rifare tutti gli esami e iniziare l'iter della fecondazione assistita. Io sono belenofobica (fobia degli aghi) e mio marito ha il terrore di farmi male, la prima iniezione è una tragedia, un bruciore pazzesco. Ho capito il giorno dopo che avevamo fatto un sacco di errori e ci riproviamo... va meglio e via via andrà sempre meglio abbiamo fatto tre IUI e ora stiamo facendo la prima FIVET... spero che sia la volta buona... ma se così non fosse ritenterò... e ritenterò... e ritenterò finchè sarà possibile. Ora sto meglio, ho superato i problemi nel vedere le pance delle altre, ho superato il dolore quando arriva il ciclo ho cambiato la mia prospettiva... mi considero fortunata perchè nella sfortuna possiamo fare le cure in Italia, vicino a casa, in una clinica convenzionata, sono fortunata anche perchè i farmaci non mi danno nessun effetto collaterale, sono fortunata perchè il prelievo degli ovociti l'abbiamo fatto con la sedazione totale e non ho sentito dolore, insomma... non mi considero speciale... sto solo percorrendo il mio cammino... che è solo un pochino più accidentato di quel che avevo programmato. Ho 31 anni e questa è la mia storia AGGIORNAMENTO DI MAGGIO Questa è la lettera che scrivevo a Nina il 5 ottobre 2012... ero incappata nel suo blog e avevo letto tante storie, tante emozioni e anche tanto dolore in cui mi ero rispecchiata. Finalmente avevo trovato altre persone che sapevano esattamente come mi sentivo. E' stato liberatorio, una presa di coscienza che mi ha aiutato tanto. Ho sentito il bisogno di fare il punto della mia storia... dopo le IUI stavo affrontando la FIVET e mi sembrava un cambiamento epocale... qualcosa da "segnare" per affrontare tutto con nuova energia. Abbiamo fatto la FIVET e impiantato due embrioni, sono rimasti entrambi con noi. Inizialmente non riuscivo a crederci, era solo stupore. Per diversi mesi la gioia era legata alla paura di perderli, ogni visita era uno step da superare per essere più sicuri. Ho frenato l'entusiasmo di parenti e amici che volevano festeggiare fin da subito... io non mi sentivo pronta, dovevo metabolizzare la loro presenza, convincermi che ce l'avevamo fatta davvero. Ogni sera guardo le loro piccole cose, lo spazio che abbiamo ricavato per loro in casa ed è incredibile come tutto sembri "giusto", come se fosse sempre stato lì. Quando mi danno un calcio, quando si muovono... diventa tutto reale e magico. Ancora oggi tendo più facilmente a immedesimarmi nel dolore di chi cerca piuttosto che nella gioia di chi riesce a concepire un figlio naturalmente. Il dolore è qualcosa che ho conosciuto a lungo mentre la gioia è un sentimento ancora nuovo, da assimilare. Un'esperienza come questa crea una Sorellanza che attraversa il tempo e lo spazio e che perdura per sempre. Voglio pensare che una parte della mia favola sia debitrice anche della magia di questo blog, dell'affetto, della solidarietà, dell'empatia che fluiscono in un circolo virtuale ma che è reale come siamo vere e reali noi. A tutte le conchiglie che cercano ancora la loro perla voglio regalare tutta la mia speranza e la mia gioia... io fra un mese o meno potrò abbracciare i miei gnometti e mi sento così grata alla vita che è impossibile pensare che tutta questa positività non abbia un Potere. Ora aspetto solo di abbracciare Viola e Federico... e iniziare l'avventura più bella della mia vita. Un abbraccio a tutte, vi sono vicina. Casimira
LA CONCHIGLIA DI CASIMIRA

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