Magazine Maternità

La conchiglia di verdeacqua

Da Nina
E' confrontandomi con voi, in questi quasi 3 anni di blog, che io ho imparato molte cose sulla vita e quel che le apparenze nascondono bene. Ho imparato ad andare oltre le divisioni, a trovare quel che unisce e accomuna. Una di queste cose che ho scoperto con voi è che il dolore per una mamma che non riesce ad avere il secondo figlio è forte e degno di rispetto, come il mio che fino a ieri non riuscivo ad avere il primo. Troppo spesso viene sminuito, troppe volte a queste donne viene chiesto di tacere, di ridimensionare i desideri, di 'accontentarsi'. Di guardare a chi sta peggio, come se questo avesse il potere di far sentire meglio. Come se un figlio fosse un vezzo, un capriccio. Come se voler dare altro amore, accogliere un' altra vita, sia da ingrate che non sanno gioire di quel che hanno già. Ma le cose non stanno così e non vanno di pari passo, volere un altro figlio non significa amare poco il primo o amenità simili. E al dolore si aggiunge il senso di colpa, sentimento che nessuna donna alla ricerca della maternità dovrebbe mai provare. Ho imparato che a ferire il cuore sono la stessa superficialità, le stesse domande che fino a ieri hanno tagliato il mio a pezzi. E il vostro che ancora state cercando. Ho avuto modo di accogliere altre conchiglie che affrontano lo stesso argomento e sono felice di potergli dedicare altro spazio.
E quel che amo di più è vedere ogni volta come la cosa sia reciproca: impariamo tante le une dalle altre :)
Tornando alla mia perla e conchiglia intanto ti ringrazio. Ho imparato molto leggendo il tuo blog, ho potuto vedere cosa accade, come si reagisce, ho potuto vedere che succede. Che funziona! Ho imparato anche molto su di me. Ho lavorato e lavoro molto su di me, con alti e bassi, ma sicuramente sto affrontando. Sto vivendo tutto e lo sto facendo in un modo nuovo. La condivisione è importante in tutto questo. E' una cosa che ho sempre sostenuto, ma viverla è diverso. Aiuta davvero. Quindi grazie ancora. Ricordatelo sempre che hai fatto del bene cara Nina. Hai messo in piedi una connessione incredibile e hai aiutato. 
E come sempre sono io che ringrazio voi perché continuate a scegliere questa spiaggia per aprirvi e raccontarvi.
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Postilla importante: a tutte le blogger che hanno utilizzato, per linkare la loro conchiglia nel loro blog, l'immagine associata di Francesca Ballarin. Ecco devo gentilmente chiedervi di rimuoverla, mi ha concesso la cortesia di ospitare le sue cartonine qui, sul blog, chiedendomi espressamente che non venissero utilizzate altrove, perciò io non posso darvi l'autorizzazione perché non sono una mia creazione. Sono certa della vostra comprensione e collaborazione e come alternativa di propongo di utilizzare l'immagine della Spiaggia di Nina, quella potete prenderla senza problemi. La trovate nella sidebar (barra laterale). Grazie.
LA CONCHIGLIA DI VERDEACQUA
LA CONCHIGLIA DI VERDEACQUA
LA CONCHIGLIA DI VERDEACQUA Illustrazione di Francesca Ballarin
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Nella speranza che un giorno, quando tutte le conchiglie sulla spiaggia saranno diventate perle, potremo camminare tutte insieme con i piedi nella sabbia. Questa è la mia, la nostra, storia. Nove anni fa, me lo ricordo come se fosse ieri, mi sono ritrovata sola sulla scalinata che guarda la mia piazza preferita con il mio cappotto rosso. Era un tipico pomeriggio freddo e umido, fatto di quella bellissima nebbiolina che alla lunga stanca ma che, se presa un giorno alla volta, affascina. Da poco tempo avevo fatto un esame, più per curiosità che per desiderio, il cui risultato era stato che le mie tube erano chiuse. “la causa è molto probabilmente l'intervento che ha subito a undici anni” mi disse il medico. Una parte di me l'ha sempre saputo, anche prima di quel risultato. Era una cosa che il mio corpo sapeva. L'esame l'avevo fatto per avere una risposta. Dovevo sapere se era vero quello che mi avevano ventilato da ragazzina. Nove anni fa avevo 21 anni, vivevo da sola e cercavo di capire cosa fare delle mie ossa. Se ti dicono che non puoi avere figli a vent'anni, quando non è ancora nei tuoi pensieri, non ne fai un vero dramma. Pensi che potrai fare tante altre cose. Il bello dei primi vent'anni sta proprio qui, nel vedere una via sempre, nel sentirsi imbattibili. Poi però c'erano quei giorni di nebbia. Così solo miei. Perchè una parte di me doveva elaborare un sogno, un obiettivo tolto prima ancora di diventare desiderio. E quel giorno, con il mio cappotto rosso, Lui mi ha chiamata e mi ha chiesto dov'ero, voleva raggiungermi. Lui è il mio Lui, ma all'epoca era ancora un amico del mio ragazzo. Lui mi piaceva, con Lui stavo sempre bene. Lui c’era. Quel giorno con Lui ho pianto. Ho pianto a dirotto su quegli scalini e mi sono sentita meglio. Mesi dopo le nostre strade sono diventate la Nostra strada. Potrei raccontarti di cose magnifiche fatte insieme, di quanto sono stata gelosa e mi arrabbiavo, di quanto sapessi di aver fatto la scelta giusta, di quanto sono innamorata, ma ci vorrebbero pagine e pagine... Poi arrivò quel viaggio dove è bastato un panino, veramente unto, e un bambino che ci ronzava intorno per fargli dire che avrebbe voluto sposarmi. Soprattutto perchè se non potevamo avere naturalmente dei figli li avremmo adottati. Il ragionamento non faceva una piega. Ebbi la conferma che era Lui. Perchè voleva me. Voleva una famiglia con me. Voleva trovare la soluzione insieme. Voleva me anche se Da quel viaggio siamo tornati in tre. Io non ne avevo idea. Non usavamo precauzioni da sempre praticamente. Io ero quella con le tube chiuse. E qui inizia tutta un'altra storia. La più bella storia che si possa raccontare. La prima ecografia era solo un puntino che pulsava. Un cuore nuovo. Un mondo nuovo. Adesso puoi capirmi. E sono così felice per te Nina cara... Le paure erano tante, la realtà era forte: 26 anni, ancora all'università, cameriera in nero, e vivevamo in un bilocale piccolo e buio (ma bellissimo te l'assicuro). Nonostante tutto però ero abitata da una sensazione meravigliosa, che pulsava in me proprio come quel piccolo cuoricino: era possibile. Riuscivo a godermela in pieno solo quando mi fermavo e mi lasciavo andare, chiudevo gli occhi, mi accarezzavo la pancia e respiravo… Come se non avessi mai respirato prima… Nove mesi volano. Lui è arrivato piccolo e buono, qualche volta tremendamente urlante, ma così profumato, così mio, così nostro... I primi mesi ho vissuto su una nuvoletta, era primavera, facevamo lunghe passeggiate e paradossalmente mi sono rilassata. Sicuramente il poco sonno rallenta i pensieri e aiuta in questo! Poi comincia a crescere e cominci a dover tornare alla vita, specie lavorativa. Che per me voleva dire cercare lavoro da neolaureata-madre. 'Na passeggiata! Mio figlio è la nostra magia. Ai miracoli non ci credo, alle magie sì. Non sono brava a descrivere le mie emozioni e ancora meno il mio amore per lui. Le parole mi sembrano sempre troppo poco, sempre troppo semplici, sempre troppo già dette. Lui ha reso tutto migliore. Era destino. E' la mia PERLA. Allo stesso tempo è difficile concepire, anche per sé stessi, che la fortuna che hai avuto possa bastare. Io vorrei tutto, tutto quanto. Sono quasi due anni, 22 mesi per la precisione, che vorremmo ancora, che vorrei tanto essere mamma di nuovo. Questa volta con una consapevolezza diversa. Con un progetto chiaro in mente, con un contesto diverso. Vorrei provare a vivermi tutto senza le paure dovute alla sorpresa della prima volta. Vorrei sapere cosa si prova a cercare e trovare. Con il passare del tempo, la continua ricerca, lo sperare sperare sperare, e la sempre delusione che arrivava hanno sicuramente portato via qualcosa. Un po' ha corroso la voglia di sorridere. Amo alla follia mio figlio, questo è un dato di fatto, questo è il punto di partenza. Sono stufa di sentirmi in colpa per volere di più. Sono stanca di giustificarmi e dover sempre chiarire come stanno le cose per non passare per la “viziata” di turno che non sa accontentarsi. So che mio figlio potrebbe bastarmi. So che potrei dare tutto a lui. Ma vorrei tanto un altro bambino anche per lui. So cosa vuol dire avere un fratello. E glielo auguro. La settimana scorsa ho fatto il primo colloquio in una clinica PMA. Sono felice perchè so che è parte di un percorso di elaborazione e accettazione che devo fare. Che ha radici profonde. Radici che mi riportano a nove anni fa. Così abbiamo deciso di cominciare un percorso e l’obiettivo sarà quello di poter avere delle possibilità. Quando il quadro sarà più chiaro mi farò La Domanda, come l’hai chiamata tu nella tua conchiglia. Per adesso mi affido a qualcuno che non mi dice più “abbia pazienza” o peggio ancora “non ci deve pensare”. Sai bene cosa intendo. Per adesso parto dal principio: valutazione riserva ovarica, conta follicoli, timing ovulatorio, cavità uterina e pervietà tubarica, prc... Molto lo devo anche a te cara Nina, e a chi come te, ne ha parlato. Ha condiviso, mi ha fatto vedere come sarebbe, cosa si prova ,che cosa vuol dire. Grazie per le tue conquiste. Grazie per aver raccontato. Adesso ti saluto e vado a dare un bacio alla mia vita che dorme di gusto in quel suo lettino ormai troppo piccolo. Capirai, vivrai e proverai. Quando potrai toccarlo sarà ancora meglio. Sarà ancora più vero. Sarà bellissimo. Con tanto affetto, Cecilia AGGIORNAMENTO DI LUGLIO Cara Nina come sono volati questi mesi... Adesso è Simone, in tutta la sua meravigliosa danza! Sembra ieri che ti stringevamo la mano tutte facendo il tifo per la magia! Grazie a te in questi mesi ho conosciuto tanto, scambiato sorrisi, qualche stoffina, ma soprattutto parole con donne meravigliose. Future madri incredibili. Siamo un gruppo fighissimo. C'è poco da fare. C'è chi non molla, c'è chi conquista, facciamo il tifo sempre e condividiamo la bellezza. Con l'augurio che lo sia per tutte. Io ho fatto tutto e il contrario di tutto in questi mesi... Ho fatto un sacco di esami e il risultati sempre tutti positivi, tube aperte solo per citarne uno. Solo un mare di aderenze dovute a quella benedetta cicatrice che mi porto sempre con me ma nessun problema serio. Di fronte a tutto questo sono arrivata alla mia prima IUI convinta. Certa che avrebbe funzionato. Serena, perchè tanto era fatta. Che pivellina. Come se non avessi letto abbastanza. Come se non sapessi com'è tortuoso il percorso. Ma saperlo e provarlo sono due cose completamente diverse. La Pma va provata sulla pelle per capire. Per capire davvero. Non ha funzionato nessuna delle due iui tentate. Una dietro l'altra. Una a gennaio e l'altra a febbraio. E io ho perso il senso di tutto. Sono crollata. Sprofondata. Annientata. Ho sospeso tutto in quel periodo. I pensieri, i progetti, i doveri. Ma io non posso permettermelo. Io ho una marcia in più. Il mio bambino. Che c'è. La pma è faticosa. Mentalmente e fisicamente. Il mondo intorno ne risente. Il mio non deve. E allora mi sono fermata. Ci siamo fermati. Perchè l'errore che ho compiuto è stato dimenticarmi anche di lui. Del mio compagno in questo percoso. A dare per scontato e a non chiedergli come stai. A non capire o fermarmi a pensare che siamo in due in questa cosa. Ho mollato. Ho mollato la clinica privata e ho preso tempo. Per capire fino a che punto posso e voglio. Per riassaporare quello che ho. Per riguardarmi allo specchio e riconoscermi. Se c'è una cosa a cui sono grata di questo percorso, iniziato ormai più di due anni fa, è proprio questa: mi ha costretto alla pazienza. Mi ha insegnato piano piano a godere un po' di più del mio quotidiano. Ad amare un po' di più. Io oggi amo di più, più di ieri. Abbiamo preso tempo e ci siamo rivolti all'ospedale pubblico. Oltretutto economicamente non avremmo potuto continuare al privato. I tempi sono lunghi. Probabilmente faremo altre iui. Se ne riparlerà a settembre. Per ora qualche esame e calma. La calma obbligata. Ho fatto anche una isteroscopia e tutto è perfetto. Non ci sono mostri riconosciuti o problemi veri. C'è stato un momento in cui abbiamo ripensato all'adozione. Come anni fa. Non come ultima spiaggia ma come altra spiaggia. Per ora è sempre e solo un pensiero. Chissà. Però io quel bambino lo desidero. Me lo immagino. E quindi vado avanti. Intanto mi godo la mia magia. E presto stringerai e bacerai la tua. Il bello deve ancora venire cara Nina!


LA CONCHIGLIA DI VERDEACQUA




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