Mi hai detto: “Tu vuoi che io parli di me,
quando sono nata, come e quando son qui venuta
quanto calpestio di gente passata
sul mio corpo ho udito e veduta.
Ho visto Messapi, Greci-Bizantini,
Normanni, Aragonesi, ed Angioini.
Son passati di qua anche i Turchi –
con le frecce infuocate ed i cavalli –
hanno trasformato i cristiani in cadaveri senza sepoltura
con le palle dei cannoni fatte di pietra dura.
Stavano andando a Otranto per portare Allah pure là
ma il vento grecanico e le onde alte di San Foca
li ha spinti verso roca e li ha buttati sulla strada.
A parecchi di noi hanno straziato il corpo
e anche l’anima.
Nessuno è stato capace però, a farci chiudere bocca
a farci cambiare la nostra lingua con la loro.
Anche se è passato tanto tempo
la nostra lingua rimane sempre bella
e piacevole ad essere ascoltata anche in versi.
Certuni l’hanno portata in piazza, nei concerti
ed hanno fatto con la musica un gran frastuono
a me piace ascoltarla a basso tono
con la bocca chiusa e gli occhi aperti.
Giuseppe COLELLA – S. Cesario (LE)
Josè Pascal e la sua scatola di latta sostengono la VI EDIZIONE DEL CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA “IL GALANTUOMO” 2012