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"La concubina russa" di Kate Furnivall

Creato il 07 ottobre 2011 da Sulromanzo

La concubina russaIl romanzo storico vede crescere i suoi stimatori sempre di più, per la cura dell'ambientazione e della ricostruzione d'epoca, e non solo per l'intreccio amoroso, e non è certo più considerato, almeno da una buona percentuale di persone, letteratura di serie Z. Detto questo, sarebbe riduttivo considerare La concubina russa, traduzione di Cristina Contini, primo romanzo di una probabile serie (il finale dopo oltre 600 pagine è troppo in sospeso per non far pensare ad un seguito), solo una storia d'amore, perché tante sono le suggestioni e i punti d'interesse della vicenda narrata, in un romanzo che ha il respiro della grande tradizione romanzesca, e che è molto piaciuto a Diana Gabaldon, autrice della sterminata saga (pare che sia arrivata all'ultimo volume) della Straniera.

Lydia è una bambina di pochi anni quando viene separata dal padre, nella Russia sconvolta dalla Rivoluzione bolscevica: a metà degli anni Venti la si rincontra, adolescente, in una Cina ancora ferma ad antiche tradizioni, stretta dal colonialismo britannico e dall'imperialismo del generale Chang Kai Shek, dove si agitano i fermenti che porteranno prima al maoismo e poi all'attuale ruolo di potenza mondiale, in uno dei processi di cambiamento più dolorosi e crudi, che non ha ancora portato ad un processo democratico.

Lydia, protagonista divisa tra due mondi, che vive di espedienti rubacchiando, pur mantenendo un'aura di rispettabilità come studentessa alla scuola inglese, in cerca di un sogno di vita che vorrebbe dare alla sua fragile e triste madre prima che a se stessa, si innamora di Chang Ang Lo, giovane che ha abbracciato le idee comuniste e che per questo è minacciato dalla malavita organizzata locale, che non mancherà di prendersela con la sua amata per punire un tradimento a regole ataviche comuni a tutte le organizzazioni criminali.

La storia d'amore, oltre tutto in tempi di globalizzazione multiculturale (ma che esiti potrà avere, in un mondo in cui, ancora più di oggi, le differenze etniche e culturali erano ancora più nette e sentite da ambedue le parti?), è interessante e intrigante, e abbastanza insolita e coraggiosa per i motivi di cui sopra, ma non è certo l'unica cosa bella di un libro che porta in un mondo arcano e affascinante, crudele e spietato, corrotto e corruttore, ma di indubbio fascino, ricostruito nella sua vita pubblica e privata con cura dei dettagli.

Ci sono epoche storiche, in luoghi di solito più vicini all'Occidente, che sono state ampiamente sviscerate e trattate in romanzi di tutti i toni: ma non molti hanno parlato della Cina di quegli anni, questo gigante solo all'apparenza immobile, viene in mente come analogia (ma ad essere pignoli si era più in Indocina che in Cina) L'amante di Marguerite Duras, di cui La concubina russa (titolo basato sull'originale, ma la povera Lydia non è certo una concubina ufficiale) riprende certe atmosfere, sia pure in un contesto più romanzesco. E la Cina degli anni Venti è l'altra grande protagonista della vicenda, dopo un antefatto in Russia che probabilmente diventerà teatro di prossimi sviluppi.

Gli appassionati di intrecci amorosi a forti tinti troveranno senza dubbio pane per i loro denti, e chi ama la storia potrà andare alla scoperta di un mondo fondamentale per capire la contemporaneità e il rapporto tra le potenze economiche di ieri e di oggi. In attesa, a questo punto, del pressoché inevitabile nonché auspicabile seguito.

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