Il Tacito è l’unico treno intercity che collega l’Umbria al nord. L’unico modo per raggiungere Firenze o Bologna in tempi ragionevoli. Ne passa uno al giorno, è tra i più in ritardo d’Italia e tra i più sporchi. Qualche anno fa trovarono un’invasione di zecche tra i sedili. Nonostante i prezzi siano lievitati ai limiti dell’usura, è ancora l’unica scelta per i perugini che una volta ogni tanto salgono a nord. Nel prezzo del biglietto, per fortuna, è compreso lo spettacolo dei personaggi che prendono il treno una volta ogni tanto. Non ancora intossicati dal pendolarismo, sono ancora di quelli che in treno parlano coi vicini.
Scompartimento a 6, siamo io e un tizio silenzioso sulla sessantina. A Perugia sale una coppia, marito e moglie, avranno 50 anni. Si siedono e il marito esordisce subito:
–Scusate eh, è che noialtri nnel pigliamo spesso il treno.
La moglie capisce l’antifona e si addormenta subito. Il marito si siede accanto al tizio silenzioso e comincia lo spettacolo.
–No perché prima uno m’ha fatto incazzare, io poi voglio dire, la mi moglie è vice direttore di un hotel a 5 stelle da 30 anni, io mi occupo di altre cose, e questi padroni massoni super protetti sono così arroganti…
Il tizio ascolta come un prete dentro al confessionale, annuendo benevolo.
–… e insomma io ero in fila dalle 6, erano le 6.30 e il treno partiva, perciò passa di là e fai il biglietto, e subito i soliti protetti, perché qui a Perugia abbiamo fatto entrare tutti, subito tre marocchini hanno preso la palla al balzo e il massone ha cominciato a rogare. Ma nn’ha capito che ha scelto male dua gì a sbatte i corni…
Il tizio non riesce neanche a sospirare, il confessato è un fiume in piena.
–..perché qui sono 75 anni che ci sono i comunisti, faccio per parlare eh, 75 anni che al potere ci sono gli stessi. E fanno venire i musulmani perché così poi gli danno il voto e prendono il voto. Perugia è diventata come… ora non so da dove venite voi, ma insomma perugia non era mica il molise o la Calabria, perugia adesso il centro è in mano agli spacciatori. Poi tutti a fare i centri commerciali con le mafie, ovunque. Tutto furti, ladri, ammazzamenti.
Il tizio, pelatino, capelli grigi, riesce solo a dire che non è di Perugia. Il perugino non si ferma più, la sua storia tocca tutti gli argomenti dello scibile umano. Bersaglio preferito, comunque, i sindacati e i comunisti. Poi la massoneria, le mafie, i giudici. Non ce n’è per nessuno.
–Io per carità, le ideologie non ce l’ho. Però anche alla stazione, al binario, le cartacce per terra pegg-ch-a-napoli.
Non si ferma più. Il tizio non riesce neanche ad alzare la testa, la confessione non sembra ancora finita, anzi. Io ascolto e prendo appunti al computer, ogni tanto prova a coinvolgere anche me, ma resisto.
–Perché voglio dì, a Perugia c’erano genitori che avevano staccato i canali mediaset per non far vedere canale5 ai propri figli! Neanche nel medioevo! E intanto alla rai mandavano i film truccati dai comunisti. Per dire, sto ragazzo qua c’ha un Appol. Se non glie dai la possibilità de comprare Appol, diventamo come Cuba.
Trattengo le risate ma tradisco un sorriso. Ancora però resisto, devo resistere. Non voglio interrompere la confessione. Arriviamo a Terontola intanto, un paesone vicino Arezzo noto per la sua stazione ferroviaria. Non è che sia grande o famosa, in realtà, ma ci fermano i treni a lunga percorrenza e questo per un umbro è già segno di posto molto importante.
–Ecco vedi? Qui già si nota che siamo in toscana. Non c’è una cartaccia per terra. E’ che sti marocchini tanto non vogliono crescere, non si vogliono evolvere. Le sinistre hanno voluto che la gente rimanesse ignorante, per governarla. E adesso hanno creato sto elettorato ignorante, che c’è caso che i forconi li piglia per davvero e poi? Poi voglio vedere che glie arcontano.
La moglie si sveglia un attimo per controllare i biglietti del treno. Tutto a posto, il cambio è più avanti. Prova a riaddormentarsi ma non è facile stavolta, perché il marito ha preso confidenza con il confessore ed ha alzato il volume.
–E’ che sto paese è al contrario. Cioè tu qui Stecchino, quello della nave affondata, va a insegnare all’università! Ma io me domando e dico dua semo finiti. Che poi voglio dire, è una questione de buonsenso. Voglio dire, se lei lavora su un ufficio che è pieno de merda da tutt-le-parti, magari lei trova il tempo di pulirlo anche se le pulizie non gliele pagano, no? E bè a Perugia manco quello.
Quando gli argomenti e i nemici sembrano finiti, ecco che sale una coppia ancora più strana. Lei sulla settantina, con l’accento inglese fa subito notare al confessato che ha sbagliato posto:
–il 61..si quello è il mio posto!
–Sì sì signora, è che io se vo a marcia indietro me fa male.
–…è il mio posto!
–sì sì pronti, ecco le prendo la valigia.
La signora si placa, sorride, fa entrare anche il marito e la giostra ricomincia. Il tizio che si è ascoltato tutta la confessione è sollevato, ha la faccia di uno che si è tolto un mattone dallo stomaco. Ora la coppia anglofona è al centro dell’attenzione. Subito le presentazioni. Sono americani ma in pensione, fanno sei mesi a Manhattan e sei mesi nel Casentino.
–c’è una pace nei boschi del casentino…altro che new york!
–ah ma anche mia moglie è di new york!
Costretta a svegliarsi di nuovo, la moglie si unisce al discorso.
–sì, sono cresciuta a new york…
–wow! che bello e dove?
–Long Island. I miei erano messicani, io però sono nata lì. Poi sono venuta in Italia.
–Eh ma noi italiani in america ci siamo stati tanti, abbiamo fatto tanto. Per dire anche Sinatra era italiano.
–Ah sì! Frankie veniva al nostro ristorante ogni tanto.
La coppia di anziani che viaggia in Intercity aveva un ristorante a Manhattan, con tanto di Frank Sinatra che ogni tanto capitava. Nel frattempo, anche io ero stato trascinato dal perugino dentro ai suoi discorsi. Politica, politica Marscianese su cui sono più ferrato. Ovviamente si parla anche di america insieme ai cuochi di the Voice.
–Eh ma new york per un giovane è un posto ideale! La città che non dorme mai! E voi invece Perugia la conoscete? E’ bellissima
–Sì sì, siamo stati diverse volte.
–E a Torgiano? C’è un ottimo vino, lungarotti…
–Sì sì, conosciamo anche lungarotti, molto buono.
–Eh ma allora dovete venire a trovarci! Dai, daje il biglietto da visita
La moglie tira fuori un biglietto da visita e lo porge agli americani. Loro ricambiano, poi guardano me e ne danno due anche a me. Lui è Cavaliere, lei ha una tenuta medioevale oggi chiamata agriturismo per non dare nell’occhio. Probabilmente ci sono anche i vassalli. Mi trovo spiazzato ma in un attimo risolvo: ho anche io un biglietto da visita. Isti-CNR, mica cotica. Prego, ecco a voi. Il confessato si illumina, un altro giovane perugino con il biglietto da visita! Ormai siamo amici. Gli americani scendono, noi da Perugia proseguiamo per pisa. E via, un’altra ora di storia della massoneria, poi musulmani, poi mafia del cemento, poi i comunisti, poi addirittura il minimetrò.
–…quel trabiccolo pare una funivia. Pensa che appena inaugurato glie fecero un video che ce andavano a scià!
Non posso nascondermi più. Fino adesso ho poco più che annuito, impossibilitato a parlare dal fiume in piena. Ma ora tocca a me.
–già, c’ero anche io lì.
–Davero! Ma senti un po’! Ecco do t’avevo visto!
Momenti di gioia e giubilo terminati ovviamente con un selfie da mostrare al figlio, grande fan del video quando uscì.
Arriviamo a pisa alle 9.30, le nostre strade ora si dividono. Ci salutiamo come grandi amici. In realtà lo siamo stati, per queste poche ore. Nel fiume di parole, opere e omissioni, qualcosa con cui ero d’accordo anche io forse c’era. Se non altro il video del minimetrò, un capolavoro senza tempo con una sola battuta ancora più efficace del non-sono-stato-io di Bart Simpson. (per la cronaca: “La farà la neve?”)
Il biglietto dell’intercity costa l’ira di ddio, ma compresi nel prezzo ci sono i pensieri degli italiani. Tutti. Un turbine di parole che si contraddicono ad ogni tutun tutun del treno, a soli 30€ per pochi km. Ma chi c’ammazza.