Si tutti i nodi stanno arrivando al pettine.
Stiamo parlando dei nodi delle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato premier.
Partiamo dal partito democratico, il mio partito.
Lo statuto prevede che a correre in caso di primarie di coalizione sia il segretario del partito.
Bersani ha detto che non intende avvalersi di quello che dice lo statuto per permettere allo sfidante Renzi di correre alla competizione.
Primo problema: la prossima assemblea nazionale del 6 ottobre dovrà votare la deroga allo Statuto che consenta ad altri candidati del PD, oltre al segretario, di partecipare alle primarie di coalizione.
E per fare passare questa modifica è necessaria la maggioranza più uno degli aventi diritto al voto.
E già questo sarà un ostacolo, perché nelle ultime tornate si è presentato all’appuntamento alla Fiera di Roma vicino all’aeroporto neanche un terzo dei delegati.
C’è poi la tentazione forte di far correre alle primarie solo i tre big, Bersani, Vendola e Renzi, scoraggiando tutti gli altri.
Per il PD potrebbe essere presa come base la regola che chi voglia candidarsi debba esser sostenuto dal 30% dei delegati dell’assemblea nazionale che sono circa 1400 o del 15% degli iscritti al partito.
Una delle tante ipotesi per ridurre il campo dei partecipanti.
Secondo problema: lo sottolineano in tanti, troppi.
Queste sono primarie di una coalizione che non c’è.
Chi e dove si decide la formazione della coalizione: direzione nazionale, segreteria, patto di sindacato, caminetto allargato o ristretto, segretario in solitudine?
Poi le regole della competizione dovrebbero essere scritte dai partiti della coalizione.
Qui ci vien in aiuto Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del PD: “Il sei ottobre l’Assemblea nazionale del Pd approverà la deroga alle norme dello statuto che prevedono come unico candidato il segretario del partito e fisserà le regole per la candidatura degli iscritti del Pd.
Toccherà poi ai soggetti che fanno parte della coalizione dettare le regole per la partecipazione dei candidati alle primarie di coalizione”.
In sostanza Migliavacca dice che il 6 ottobre non saranno decise le regole delle primarie del centrosinistra, ma solo quelle per la presentazione delle candidature del PD. Le vere regole dovranno attendere il consenso del tavolo di una coalizione che nessuno sa da chi sarà composta, né entro quando prenderà una decisione.
Quindi stabilità la coalizione (speriamo) ti risiedi al tavolo con Vendola, con Nencini (!), con Tabacci, con Rutigliano (!!) e decidi con loro se serve il registro o no, se la preiscrizione va fatta prima o il giorno stesso delle primarie. Se il turno è unico o doppio.
Terzo problema: Migliavacca (Bersani) sta trattando con Roberto Reggi (Renzi), sulle regole per le primaire, come se le regole riguardassero solo i due contendenti principali e non l’intero partito o la coalizione (che non c’è) .
In tutto questo la commissione statuto non è mai stata convocata. Mai.
Dimenticavo un piccolissimo dettaglio: la nuova legge elettorale potrebbe rendere del tutto inutili le primarie di coalizione.
Siamo veramente alla confusa follia.