(AGI) – Roma, 5 ott. – Torna in piazza del Pantheon a Roma la protesta contro la “legge bavaglio sulle intercettazioni”, organizzata dal Comitato per la liberta’ e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo. Diversi manifestanti hanno la bocca coperta da un bavaglio e cartelli con slogan come: “Blog liberi”, “No bavaglio”. In piazza anche esponenti delle forze politiche di opposizione, tra cui il leader Idv, Antonio Di Pietro, che ha detto: “L’Italia reale e’ stufa di questo uso abnorme delle istituzioni per fare degli interessi personali. Mentre il paese brucia e la rivolta sociale e’ alle porte, tutte le persone per bene devono riunirsi in una manifestazione nazionale per dire che questo Parlamento, che e’ come Gheddafi nel bunker della Sirte, deve andare a casa. E appelliamoci anche al Capo dello Stato: quando mandare un messaggio alle Camere, se non ora…”.
Franco Siddi, segretario Fnsi, ha sottolineato: “Non e’ un problema della stampa, ma un diritto dei cittadini a essere correttamente informati. L’affondo contro il giornalismo e’ un affondo contro la liberta’ di tutti”. Il segretario confederale Cgil, Fulvio Fammoni, ha rilevato: “Mercoledi’ prossimo saremo di nuovo qui, quando ci sara’ il voto finale su questa legge sbagliata. Quando ci sono problemi personali del presidente del Consiglio il Parlamento viene chiamato a intervenire, anche quando il paese e’ nel pieno della crisi Camera e Senato sono intasati da leggi ad personam. La privacy non c’entra, il problema e’ non far conoscere la verita’ su quanto sta accadendo in Italia ai cittadini. Se la legge verra’ approvata andremo di fronte alla Corte costituzionale e alle Corti europee”.
Claudio Giardullo, segretario del Silp, ha portato il sostegno del sindacato delle forze dell’ordine alla protesta ricordando che la nuova legge “renderebbe inutili le intercettazioni a livello investigativo, rendendole difficili se non impossibili. Il vero obiettivo e‘ spuntare le armi del controllo di legalita’ da parte di magistratura e forze di polizia”. Per il magistrato Vincenzo Marinelli si tratta di “una legge di regime” varata da un “Parlamento di nominati”, tanto da rendere valido lo strumento della “disobbedienza civile” da parte dei giornalisti, “perche’ a Costituzione e’ sopra anche a questa legge”. Beppe Giulietti di Articolo21 ha notato: “Ciascuno porti la sua bandiera, ma soprattutto porti con se’ la Costituzione. E’ una legge che ci allontana dall’Europa e umilia l’onore nazionale”. I promotori dell’iniziativa intendono lavorare nelle prossime settimane a una mobilitazione nazionale contro la legge sulle intercettazioni.
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