Non ci si stanca mai di notare che i più agguerriti paladini della vita siano quasi tutti ex abortisti. E’ il caso del dr. John Bruchalski, ex pro-choice ormai diventato un punto di riferimento nel campo della medicina pro-life. Attraverso il suo Tepeyac Family Center, il team di Bruchalski offre un rifugio sicuro per le donne in gravidanza che sono in crisi, diffondendo speranza attraverso un’autentica assistenza sanitaria, rispettando i processi naturali del corpo della donna e il diritto alla vita del nascituro. Una sua intervista è apparsa su LifeNewSite.
Anche se cresciuto in una famiglia cattolica ha iniziato ad abbandonare la fede dopo l’università. Nel 1983 diventò docente di medicina presso l’University of South Alabama, e la contraccezione e l’aborto gli sembravano ormai «il modo migliore per promuovere la salute, la felicità e la pienezza della vita riproduttiva di una donna». Eppure cominciò lentamente ad essere assillato dai dubbi. «Non vedevo la felicità o la gioia nelle mie cliniche. Più praticavo aborti, più era diffuso la contraccezione e più i rapporti spezzati, più infezioni, più distruzione, più fratture. Non sapevo cosa fare perché i miei colleghi dicevano: ‘Beh, abbiamo solo bisogno di più istruzione, di più contraccezione e più aborto». Un giorno sua madre gli ha chiesto di accompagnarla a Medjugorje, paesino in Bosnia Erzegovina, dove molti cattolici credono che Maria, la madre di Gesù Cristo, si stia manifestando dal 1981 attraverso sei veggenti. E’ stata la svolta decisiva, poiché ha permesso il riemergere della fede della sua infanzia. «E’ stata la semplicità dei messaggi che mi ha portato alla conversione», ha spiegato il ginecologo. Tornato a casa si è rifiutato di procurare altri aborti o sterilizzazioni, anche se ci volle un anno per riuscire a districarsi da queste procedure contro la vita. «Tornato a casa dal pellegrinaggio, mi è stata data la grazia non solo di vedere me stesso come ero veramente ma anche di capire che c’era un modo migliore per esercitare la professione medica».
Nel 1994 ha fondato il Tepeyac Family Center. Sulla base della visione cattolica della sanità, il Centro promuove pratiche sanitarie che rispettano il ritmo naturale del ciclo della donna e la santità della vita umana. Sostengono la pianificazione naturale al posto dei contraccettivi e nei casi di infertilità si concentrano sulla cura delle cause piuttosto che utilizzare tecniche di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro. Il Centro rivolge una particolare attenzione alla teologia che Giovanni Paolo II ha fatto sul corpo umano, che è -dice il dottor Bruchalski- «rivoluzionario per i rapporti, per la medicina, e per le famiglie». Il centro medico accoglie anche numerosi universitari organizzando diversi stage.