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La coriacea allegria

Creato il 03 giugno 2011 da Andreapomella

La coriacea allegriaÈ il pomeriggio grigio di un giorno festivo, nel cielo le nuvole compongono qualcosa di simile a un’orgia chimica. Il parco è pieno di stranieri, c’ un gruppo di bengalesi che festeggia il compleanno di qualcuno, c’è perfino uno striscione di auguri che attraversa il boschetto di quattro alberi che hanno occupato con le loro sedie da campeggio. Nell’aria risuona il tam tam di un djembe. Qualche podista raffazzonato, con fisico drammaticamente in sovrappeso e giubbotto in nylon perché così si suda di più, azzarda un paio di giri di corsa. Io cammino lentamente lungo lo sterrato che circonda lo stagno. Una decina di metri davanti a me ci sono un paio di uomini che tirano calci a un pallone. Sono anch’essi stranieri, dalle loro facce si direbbe gente dell’est. Sono entrambi a torso nudo e pur boccheggiando per l’affanno danno l’impressione di divertirsi un mondo. Il pallone è una specie di informe super tele che i due si passano con calci sguaiati e movimenti grossolani. Uno dei due, mentre si adopera a stento a controllare il rimbalzo irregolare del pallone, stringe una sigaretta fra indice e medio. A occhio e croce sono sulla trentina, ma i loro corpi dall’ossatura sghemba e dall’abbronzatura irregolare descrivono di una vita passata a spaccarsi la schiena in qualche cantiere di periferia. I fondamentali del gioco del calcio gli sono palesemente sconosciuti, eppure i due ridono come ragazzini. Ho l’impressione che la loro coriacea allegria sia l’emblema di una vittoria.


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