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Questa cosa ci farà finalmente sapere che cosa è successo a quei cacchio di fantomatici norvegesi che sparirono dalla base polare antartica appena prima che ci arrivasse Kurt Russell e la sua combriccola.
Ora che ho visto questa cosa del 2011 ho almeno appurato una cosa: che per trenta anni non me ne era fregata una beneamata cippa di quello che era successo ai norvegesi.
E ancora ora continua a non fregarmene.
Sorge spontanea la domanda delle cento pistole così non ci giriamo tanto intorno: ha senso questo film nel 2011?
Per chi è cresciuto con l'altro o per chi l'altro lo ha almeno visto direi che la visione è assolutamente pleonastica. Per chi non l'ha visto e non riesce a recuperare la pellicola di Carpenter, questo può essere un ottimo surrogato di partenza.
Ormai Hollywood è ammalata di febbre da remake e questo almeno non è realizzato male, dal punto di vista cinematografico sarebbe anche carino.
Se non ci fosse l'altro.
Perchè se pensi all'altro , allora ti viene voglia subito di interrompere la visione di questo e mettere nel lettore il dvd dell'altro. Credo che succeda con quasi tutti i remakes, ci sono poche eccezioni.
Qui l'aggravante è che non ci sono poi così tante differenze con il film di Carpenter. Ci troviamo di fronte ( e questa è la cosa che fa più arrabbiare ) a un remake travestito da prequel, almeno nelle intenzioni dei produttori e di chi ha curato il marketing.
Casomai si riuscisse a catturare qualche allocco in più , in modo del tutto disonesto per giunta.
E se La cosa del 1982 ( che era già un remake) aveva un senso perchè riscriveva e riaggiornava La cosa dell'altro mondo del '51 ( nominalmente firmata dal più fido degli operatori di Hawks, Chiristian Nyby , la leggenda narra invece che Hawks era una presenza costante nel set e praticamente lo abbia diretto lui) dando origine a qualcosa di profondamente diverso, La cosa del 2011 , pur essendo trascorso un altro trentennio, non ha niente di nuovo da dire.
Neanche sotto il profilo degli effetti speciali.
E allora viene da pensare a quanto fossero clamorosamente avanti quelli del film di Carpenter e a quanto possa essere dannoso l'uso della computer grafica che in questo film annulla quanto di buono era stato fatto con effetti speciali vintage.
In realtà il film del per me sconosciuto Matthijs Von Heijiningen non affonda malamente nel mare magnum dei remakes fatti con i piedi di cui è lastricata la via del cinema recente hollywoodiano sempre pieno di dollaroni ( anche se meno di prima) e con sempre meno idee per spenderli in progetti filmici degni di visione.
Dal punto di vista cinematografico ha una sua qual dignità ma è normale che tutte le sensazioni che evochi siano di riporto, attenuate, un rimbalzo di tutta l'angoscia con cui il film di Carpenter ti attanagliava la gola.
E' pacifico anche che tutta la paranoia che incombeva nell'altro film , in questo remake sia solo un pallido ricordo.
Qui più che in altre occasioni è difficile dare una valutazione oggettiva al film proprio perchè aver visto o meno l'altro è un qualcosa di veramente decisivo.
Se siete alieni appena calati sulla Terra e vedete questo film troverete anche di che divertirvi perchè è realizzato decentemente, senza troppe cadute di tono.
Se avete visto l'altro,è meglio astenersi dalla visione. Potrebbe avere effetti collaterali, tipo lo scagliamento di oggettistica assortita contro lo schermo.
Perchè, mi tocca ripeterlo, questo NON E' UN PREQUEL.
E' UN REMAKE.
E allora vien da stroncarlo.
( VOTO : 3 / 10 se si è visto il film di Carpenter, in caso contrario 5,5 / 10 )
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